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Renato Vallanzasca: la richiesta di detenzione domiciliare in una struttura dedicata alla cura

Renato Vallanzasca, ex boss della Comasina, potrebbe presto godere di detenzione domiciliare in una struttura di cura, su richiesta dei suoi difensori Limentani e Muzzi. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano è chiamato a valutare questa istanza, considerando le condizioni di salute del 74enne che ha trascorso oltre 50 anni dietro le sbarre e non ha una fine pena definita. Recentemente, è stato concesso a Vallanzasca di beneficiare di permessi premio in una comunità terapeutica per dodici ore.

La situazione attuale e la richiesta di differimento della pena

Attualmente, l’udienza per valutare la richiesta di detenzione domiciliare in una struttura di cura non è stata ancora fissata: si ipotizza che potrebbe tenersi a settembre davanti al collegio della Sorveglianza. La difesa di Vallanzasca ha individuato la struttura in cui il detenuto potrebbe essere trasferito, per ricevere le cure adeguate alle sue condizioni. Una relazione redatta dai medici del carcere di Bollate, che hanno annotato le carenze nell’ambiente carcerario per quanto riguarda le cure e gli stimoli cognitivi necessari a Vallanzasca, ha sottolineato l’importanza di un trasferimento in un ambiente residenziale protetto, più adatto alle esigenze del detenuto che sta affrontando problemi di decadimento mentale.

La valutazione dell’equipe medica e la necessità di un ambiente più adatto

Secondo i medici che hanno esaminato la situazione di Vallanzasca, il contesto carcerario attuale non è in grado di fornire i livelli di assistenza e di stimoli adeguati alle necessità del detenuto. La proposta di detenzione domiciliare in una struttura dedicata alla cura rappresenterebbe una soluzione più idonea per garantire a Vallanzasca le cure e l’assistenza di cui ha bisogno, considerando la sua condizione di salute e il profilo di patologia che lo caratterizza. La decisione finale spetterà al Tribunale di Sorveglianza, che valuterà attentamente la richiesta avanzata dalla difesa di Vallanzasca alla luce delle testimonianze e delle valutazioni degli esperti medici coinvolti nel caso.

Approfondimenti

    Il testo tratta della possibilità che Renato Vallanzasca, ex boss della Comasina, possa ottenere la detenzione domiciliare in una struttura di cura. Vallanzasca è un noto criminale italiano che negli anni ’70 e ’80 è stato a capo dell’omonima banda criminale che ha seminato terrore a Milano e in altre parti d’Italia. Ha trascorso gran parte della sua vita in carcere per vari reati legati al mondo della criminalità organizzata.

    I difensori di Vallanzasca, gli avvocati Limentani e Muzzi, stanno cercando di ottenere la detenzione domiciliare per il loro assistito a causa delle sue precarie condizioni di salute. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano è chiamato a valutare questa richiesta. Vallanzasca, attualmente 74enne, ha trascorso la maggior parte della sua vita dietro le sbarre e non ha ancora una pena definitiva.
    Recentemente è stato concesso a Vallanzasca di beneficiare di permessi premio in una comunità terapeutica per dodici ore, con l’obiettivo di valutare la sua idoneità alla detenzione domiciliare in una struttura di cura.
    La richiesta della difesa di Vallanzasca si basa sulla relazione dei medici del carcere di Bollate, che evidenzia le carenze nel contesto carcerario per quanto riguarda le cure e gli stimoli cognitivi necessari al detenuto. I medici hanno sottolineato l’importanza di un ambiente residenziale protetto più adatto alle esigenze di Vallanzasca, data la sua condizione di decadimento mentale.
    La decisione finale sulla richiesta di detenzione domiciliare spetterà al Tribunale di Sorveglianza, il quale valuterà attentamente le testimonianze degli esperti medici e le valutazioni sulla salute di Vallanzasca per determinare se sia appropriato trasferirlo in una struttura di cura anziché mantenerlo in carcere.

Luisa Pizzardi

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