Renzo Piano sottolinea l'importanza delle sale cinematografiche nel 2025, evidenziando come il cinema possa unire le comunità e promuovere la cultura
L’architetto Renzo Piano ha recentemente lanciato un accorato appello per la salvaguardia delle sale cinematografiche, sottolineando il loro ruolo fondamentale come “luoghi per la gente” all’interno delle città, con particolare riferimento a Roma. Questo appello è stato pubblicato oggi, 15 marzo 2025, su La Repubblica, evidenziando l’importanza di preservare questi spazi culturali nel contesto urbano.
Piano ha espresso preoccupazione riguardo alla lunga disputa sulla protezione delle sale cinematografiche, non solo a Roma ma anche a Parigi, suggerendo che questa questione rappresenti un’opportunità per una possibile rinascita urbana. Le sale, siano esse attive o in disuso, costituiscono gli ultimi “polmoni” delle nostre città, sempre più soffocate da automobili, centri commerciali e strutture ricettive. Secondo l’architetto, la riconversione di questi spazi in aree destinate esclusivamente al profitto potrebbe segnare la fine della cultura cinematografica, trasformando luoghi di aggregazione in meri spazi commerciali.
Piano avverte che se i cinema venissero chiusi per un lungo periodo, i proprietari degli immobili potrebbero decidere di rescindere i contratti con i gestori culturali, aspettando un momento più favorevole per massimizzare i profitti attraverso la riconversione. Questa scelta, a lungo termine, risulterebbe dannosa non solo per il patrimonio culturale, ma anche per il commercio locale.
L’architetto ha fornito dati significativi per sostenere la sua tesi. A Parigi, il canone d’affitto medio per una sala cinematografica si attesta attorno ai 5.000 euro al mese per un periodo di 15 anni, generando un introito di circa 900.000 euro. Tuttavia, se lo stesso locale venisse riconvertito, il suo valore potrebbe superare i 10 milioni di euro. Piano sostiene che simili dinamiche economiche possano applicarsi anche a Roma, dove la valorizzazione degli immobili abbandonati sta già avvenendo.
Facendo riferimento ai Fori Romani, l’architetto ha messo in evidenza come, nemmeno in epoche passate, questi spazi siano stati trasformati in altro, sottolineando l’importanza di preservare i luoghi culturali. Questi spazi non sono solo edifici, ma rappresentano il cuore pulsante della comunità, dove si crea e si rafforza il senso di appartenenza. La politica, secondo Piano, sta commettendo un errore nel considerare le sale esclusivamente come cinema, dimenticando che possono fungere anche da teatri, sale per concerti e altri eventi culturali.
Piano ha citato l’esperienza del Piccolo America, un’iniziativa che è nata per salvare il Cinema America dalla riconversione. Oggi, il Cinema Troisi è un esempio di come una sala cinematografica possa diventare un “pronto soccorso urbano”, offrendo spazi di studio gratuiti e contribuendo al valore civico della città. L’architetto ha notato che, da quando l’amministrazione ha avviato la norma che ha dato origine a questo dibattito, diverse agenzie immobiliari hanno riportato un raddoppio o addirittura un triplo aumento del valore degli ex cinema.
La questione delle sale cinematografiche a Roma è quindi un tema cruciale per il futuro della città e delle sue comunità. La salvaguardia di questi spazi non è solo una questione economica, ma rappresenta un’opportunità per rafforzare il tessuto sociale e culturale della capitale.
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