Ultimo aggiornamento il 17 Giugno 2024 by Giordana Bellante
Un nuovo processo di appello è stato stabilito dalla Cassazione per ricalcolare e ridurre la pena inflitta a Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e attuale vicepresidente del M5S. Questa decisione arriva in seguito ai fatti accaduti in Piazza San Carlo il 3 giugno 2017, durante la finalissima di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Tuttavia, i giudici hanno confermato in modo irrevocabile la responsabilità penale dell’ex prima cittadina per tutti i capi di accusa.
Chiara Appendino ha espresso la sua amarezza per la decisione della Cassazione, affermando che il Comune è stato l’unico responsabile e che i sindaci non possono continuare a essere i capri espiatori di tutto, dalla pubblica sicurezza allo smog. Il 18 giugno ci sarà la prima udienza di un altro processo che vede sotto accusa per inquinamento ambientale colposo gli amministratori pubblici di Torino e del Piemonte dal 2015 al 2019, tra cui Appendino, Piero Fassino e Sergio Chiamparino.
Dopo quasi otto ore di camera di consiglio, i giudici della quarta sezione della Cassazione hanno disposto il rinvio ad altro collegio della Corte d’Assise di Torino per ricalcolare “in meius” la condanna, che era stata di 18 mesi, per l’ex sindaca. Questa decisione è stata presa in seguito al ritiro di numerose querele e delle costituzioni di parte civile arrivate nelle scorse settimane. Tuttavia, i giudici hanno dichiarato definitiva la responsabilità di Appendino per le accuse di disastro, omicidio e lesioni, tutte fattispecie contestate in forma colposa.
La Cassazione ha anche disposto un nuovo processo di appello per l’ex capo di gabinetto del Comune, Paolo Giordana, e per Maurizio Montagnese, ex presidente di Turismo Torino, sempre per il ricalcolo della pena. giudici hanno, invece, assolto in via definitiva con la formula “per non avere commesso il fatto” Alberto Bonzano, dirigente all’epoca dei fatti della Questura. È stato, invece, rigettato il ricorso proposto da Marco Sgarbi, all’epoca vicecomandante dei vigili urbani.
Ci sarà, quindi, un ulteriore segmento processuale per quanto avvenuto sette anni fa nel cuore del capoluogo piemontese. Durante la proiezione su un maxischermo della finale di Coppa una serie di ondate di panico tra la folla radunata nella piazza provocarono 1.500 feriti e alcuni giorni dopo la morte di due donne.
Secondo le motivazioni della condanna della Corte d’Assise di appello, l’organizzazione della manifestazione era tragicamente e inesorabilmente condizionata dalla ristrettezza dei tempi e dalla conseguente e imperdonabile approssimazione che connotava le condotte dei singoli. Questa affermazione è stata dimostrata dalle deposizioni rese dai soggetti che avevano partecipato alla riunione svolta il 26 maggio e che davano conto della estrema superficialità delle scelte operate anche dalla designazione dell’ente organizzatore dell’evento.
Il difensore di Appendino, l’avvocato Franco Coppi, ha giudicato “particolarmente severa nei confronti della sindaca” la decisione della Cassazione. Secondo il penalista, ad Appendino vengono attribuite responsabilità per fatti che difficilmente potevano essere da lei controllati.
Intanto a Roma, il gup ha prosciolto dall’accusa di falso in bilancio l’ex ad di Ama, la municipalizzata dei rifiuti della Capitale, Lorenzo Bagnacani. Questa vicenda riguarda anche l’ex sindaca pentastellata, Virginia Raggi, che per l’accusa di calunnia ai danni del manager è stata rinviata a giudizio nelle scorse settimane. In particolare, Raggi aveva accusato l’allora ad di averla forzata a redigere il bilancio dell’Ama, da qui l’accusa di calunnia.