Ultimo aggiornamento il 22 Aprile 2024 by Giordana Bellante
Introduzione:
La Corte dei Conti ha recentemente revocato il sequestro dei beni mobili e immobili per un valore di oltre cinque milioni di euro che era stato disposto a carico di due dirigenti dell’ex azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, Elga Rizzo, di 53 anni, e Vittorio Prejanò, di 67. fatti contestati ai due dirigenti risalgono a circa dieci anni fa e riguardano il mancato introito di ingenti somme da parte dell’ex Azienda ospedaliera a causa di un accordo transattivo stipulato nel 2014 con la casa di cura privata “Villa Sant’Anna” in relazione ai crediti vantati dall’Azienda nei confronti della clinica per la cessione di sangue e prodotti emoderivati. La Corte ha disposto il dissequestro affermando che le argomentazioni accusatorie risultano parziali e che non è scontato che i due dirigenti abbiano agito ‘motu proprio’ nella transazione con la casa di cura.
La vicenda giudiziaria e l’accordo transattivo
La vicenda giudiziaria che ha coinvolto i due dirigenti dell’ex azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, Elga Rizzo e Vittorio Prejanò, ha origine da un accordo transattivo stipulato nel 2014 con la casa di cura privata “Villa Sant’Anna”. ‘accordo riguardava i crediti vantati dall’Azienda nei confronti della clinica per la cessione di sangue e prodotti emoderivati, ma secondo l’accusa, l’accordo ha causato un mancato introito di ingenti somme da parte dell’ex Azienda ospedaliera.
Secondo la Procura Contabile della Corte dei Conti, l’accordo transattivo avrebbe causato un danno erariale alle casse dell’ente, motivo per cui era stato disposto il sequestro dei beni mobili e immobili dei due dirigenti per un valore di oltre cinque milioni di euro. Tuttavia, la Corte ha recentemente disposto il dissequestro affermando che le argomentazioni accusatorie risultano parziali e che non è scontato che i due dirigenti abbiano agito ‘motu proprio’ nella transazione con la casa di cura.
Le motivazioni della Corte dei Conti
La Corte dei Conti ha disposto il dissequestro dei beni dei due dirigenti sulla base di diverse motivazioni. In primo luogo, la Corte ha affermato che “le argomentazioni accusatorie risultano parziali” e che “non è scontato che Elga Rizzo e Vittorio Prejanò abbiano agito ‘motu proprio’“. Secondo la Corte, la transazione con la casa di cura “Villa Sant’Anna” prende avvio da una richiesta interna del direttore del Centro trasfusionale dell’ex Azienda ospedaliera, che era il soggetto competente per materia sul servizio dei prodotti emoderivati.
Inoltre, la Corte ha sottolineato che la transazione era stata approvata dal Consiglio di Amministrazione dell’Azienda ospedaliera, quindi non era stata attuata unilateralmente dai due dirigenti. Infine, la Corte ha affermato che la transazione era stata stipulata in un momento di difficoltà finanziarie per l’Azienda ospedaliera, quindi era stata considerata una soluzione per evitare il rischio di perdere completamente i crediti vantati nei confronti della clinica.
Le difese dei due dirigenti
due dirigenti dell’ex azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, Elga Rizzo e Vittorio Prejanò, sono stati difesi rispettivamente dagli avvocati Alfredo Gualtieri e Luigi Combariati. Secondo le difese, i due dirigenti hanno sempre agito nell’interesse dell’Azienda ospedaliera e in conformità alle normative vigenti. Inoltre, le difese hanno sottolineato che la transazione con la casa di cura “Villa Sant’Anna” era stata approvata dal Consiglio di Amministrazione dell’Azienda ospedaliera e che era stata stipulata in un momento di difficoltà finanziarie per l’Azienda stessa.
due dirigenti hanno sempre negato di aver agito ‘motu proprio’ nella transazione con la casa di cura e hanno ribadito la loro fiducia nell’operato della magistratura contabile. Dopo la revoca del sequestro dei beni, i due dirigenti hanno espresso la loro soddisfazione per la decisione della Corte dei Conti e hanno ribadito la loro volontà di continuare a lavorare nell’interesse dell’Azienda ospedaliera e dei suoi pazienti.
In conclusione, la revoca del sequestro dei beni da parte della Corte dei Conti rappresenta una svolta importante nella vicenda giudiziaria che ha coinvolto i due dirigenti dell’ex azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. La decisione della Corte dimostra che le argomentazioni accusatorie erano parziali e che i due dirigenti non hanno agito ‘motu proprio’ nella transazione con la casa di cura “Villa Sant’Anna”. La vicenda giudiziaria rappresenta un importante monito per le aziende ospedaliere e per i loro dirigenti, affinché agiscano sempre nell’interesse dell’ente e in conformità alle normative vigenti.