Riapertura del consultorio famigliare di Corviale: sollecitazioni e criticità nel Lazio - Occhioche.it
La questione dell’accesso ai servizi pubblici nella periferia di Roma e nel Lazio sta assumendo una rilevanza crescente, con varie realtà locali che fanno sentire la propria voce. Negli ultimi giorni, gli abitanti di Corviale, supportati da funzionari della ASL e istituzioni locali, hanno chiesto con forza alla Giunta Rocca di intervenire per garantire la riapertura del consultorio famigliare chiuso da tempo. Questo problema non riguarda solamente Corviale ma si estende a diverse altre aree come Consolata, Massimina e Garbatella, creando una situazione di emergenza che merita attenzione.
La situazione del consultorio famigliare di Corviale è emblematica. Gli abitanti del quartiere hanno chiesto chiarimenti sul programma di riapertura, sottolineando l’importanza di questi servizi per la comunità locale. Le richieste sono state formalizzate attraverso un’interrogazione presentata dalla consigliera regionale del Partito Democratico, Eleonora Mattia, che ha evidenziato la necessità di una risposta chiara e tempestiva da parte della Giunta, il che dimostra quanto le problematiche legate all’accessibilità ai servizi essenziali siano sentite dalla popolazione.
Nord e sud di Roma presentano un panorama complesso quanto a servizi sociali. La chiusura del consultorio ha avuto ricadute immediate sulla salute e sul benessere delle famiglie, creando un vuoto difficile da colmare. I consultori famigliare non offrono solo supporto sanitario, ma rappresentano anche punti di riferimento psicologico e sociale, essenziali in contesti già vulnerabili come quello di Corviale. La mancanza di queste strutture comporta non solo un impoverimento dell’assistenza sociale, ma anche un aumento delle disuguaglianze nel diritto alla salute.
La criticità che sta vivendo Corviale si riflette in altre realtà del Lazio. La consigliera Mattia ha portato alla luce problematiche analoghe riguardanti anche i consultori di altre zone, come Consolata e Massimina, oltre a quello di Largo Sette Chiese a Garbatella. Queste strutture stanno subendo accorpamenti e trasferimenti che ne compromettono gravemente il funzionamento, privando così la popolazione di servizi preziosi. Questo stato di cose non è solo un segnale di carenza nell’offerta sanitaria, ma anche un indicativo di una mancanza di attenzione verso le esigenze delle aree più disagiate.
Un ulteriore aspetto preoccupante evidenziato dalla consigliera Mattia riguarda la presenza dei ginecologi nella regione Lazio. Secondo i dati disponibili, circa il 70% di questi professionisti è obiettore di coscienza, il che riduce drasticamente l’accesso a prestazioni sanitarie essenziali. Si stima che nel Lazio siano attivi solo la metà dei consultori famigliare previsti dalla normativa, con uno ogni 40.000 abitanti anziché uno ogni 20.000 come stabilito dalla legge. Questa grave situazione solleva interrogativi sul rispetto dei diritti dei cittadini e sulla capacità della Regione di garantire un’assistenza adeguata.
Quando si parla di degrado nelle periferie di Roma e nel Lazio, è fondamentale comprendere che non bastano le infrastrutture e il restyling per migliorare le condizioni di vita. Per le istituzioni è imperativo investire nei servizi pubblici essenziali, come i consultori famigliare, che svolgono un ruolo cruciale nel sostenere il tessuto sociale delle comunità. La loro continua chiusura non fa altro che comunicare una scelta ben precisa: l’abbandono del territorio e dei suoi abitanti.
Riaprire il consultorio a Corviale significa non solo ristabilire un servizio di assistenza sanitaria, ma anche dare un segnale chiaro di presenza e di sicurezza agli abitanti. Un consultorio aperto diventa un avamposto della legalità e del diritto, aiutando i residenti a percepire lo Stato come un alleato, piuttosto che come un’entità distante e inaffidabile. La ristrutturazione e il ripristino di questi servizi sono quindi un passo fondamentale per rilanciare la fiducia nella gestione pubblica e promuovere la salute e il benessere collettivo.
Le iniziative locali stanno dunque richiamando l’attenzione sulla necessità di un piano strategico che affronti le criticità del sistema dei consultori nel Lazio. È tempo che la Giunta Rocca inizi a rispondere dinnanzi a queste legittime aspettative.
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