Ultimo aggiornamento il 16 Aprile 2024 by Giordana Bellante
La richiesta di **Anna Maria Atria e dell’associazione nazionale antimafie Rita Atria
Anna Maria Atria e l’associazione nazionale antimafie Rita Atria hanno presentato una formale richiesta alla Procura di Roma e alla Procura generale per il riesame delle indagini sulla morte di Rita Atria, giovane testimone di giustizia scomparsa in circostanze non del tutto chiare nel 1992. L’atto è stato depositato dal legale delle parti, l’avvocato Goffredo D’Antona, del foro di Catania, con l’obiettivo di trasferire l’istanza di riapertura delle indagini al registro delle notizie di reato contro ignoti.
I dettagli dell’istanza e i dubbi emersi
Nell’istanza presentata dall’avvocato D’Antona emergono una serie di indizi che sollevano dubbi sulla versione ufficiale della morte di Rita Atria. Si evidenziano anomalie come l’assenza di impronte digitali nell’alloggio da cui la giovane si sarebbe gettata, la scomparsa di una rubrica telefonica e la presunta mancata acquisizione di un orologio da uomo rilevato poco dopo l’evento tragico ma non sottoposto a sequestro. Inoltre, una recente consulenza medico-legale ha evidenziato discrepanze nel tasso alcolemico trovato nel corpo di Rita, non in linea con le evidenze dei Carabinieri del Ccis.
La ricerca della verità e il ruolo della Procura di Roma
L’avvocato D’Antona sottolinea l’importanza che la Procura di Roma, al momento inerte, avvii una ricerca accurata per fare luce sui fatti legati alla morte della giovane testimone di giustizia. Si apre così un nuovo capitolo nella vicenda di Rita Atria, nella speranza che la verità venga finalmente portata alla luce per restituire giustizia alla memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la causa della legalità.
