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Richiesta di 100 milioni di danni da parte delle parti civili nell’inchiesta sulle autostrade

Pedaggi autostradali non investiti nelle manutenzioni: richiesta di risarcimento di oltre 100 milioni di euro

I pedaggi autostradali pagati ma non investiti nelle manutenzioni hanno causato un danno di oltre 100 milioni di euro, secondo quanto richiesto dagli utenti delle autostrade del tronco genovese. Questa mattina, durante l’udienza preliminare per il filone dell’inchiesta bis nato dopo il crollo del ponte Morandi, sono state costituite parte civile 47 persone, tra cui ex vertici di Autostrade e Spea.

Le accuse e i soggetti che si costituiscono parte civile

Le accuse riguardano i mancati controlli su ponti e gallerie, i presunti report falsi, le barriere antirumore pericolose e il crollo di una parte del soffitto della galleria Berté in A26. La cifra di oltre 100 milioni di euro è stata calcolata in base alla percentuale del pedaggio pagato da circa 27 milioni di auto all’anno per sette anni, che avrebbe dovuto essere investito in manutenzioni da parte di Aspi.

Oggi sono stati una trentina i soggetti giuridici che si sono costituiti parte civile, tra cui il Comune di Genova, di Cogoleto, Rossiglione, Campo Ligure e Masone. Inoltre, il Comitato ricordi parenti vittime del ponte Morandi, le associazioni dei consumatori come Assoutenti, la Cisl e la Uil, la Cna Liguria autotrasportatori e la Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica, e il comitato delle Barriere antirumore.

Le accuse e le indagini della Guardia di Finanza

Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza, coordinati dai pm Stefano Puppo e Walter Cotugno insieme all’aggiunto Francesco Pinto, i tecnici di Spea ammorbidivano i rapporti sullo stato dei ponti per evitare i lavori. Le accuse, a vario titolo, riguardano falso, frode, attentato alla sicurezza dei trasporti e crollo colposo.

“I pedaggi autostradali pagati avrebbero dovuto essere investiti nelle manutenzioni, ma invece sono stati utilizzati in modo improprio. Questo ha causato un grave danno economico e ha messo a rischio la sicurezza dei trasporti. È giusto che le vittime e gli enti danneggiati si costituiscano parte civile per ottenere un adeguato risarcimento”, ha dichiarato l’avvocato Raffaele Caruso, rappresentante del Comitato ricordi parenti vittime del ponte Morandi.

L’udienza preliminare per il filone dell’inchiesta bis continuerà nei prossimi giorni, mentre le indagini proseguono per fare piena luce sulla vicenda e individuare le responsabilità di chi ha gestito in modo negligente i pedaggi autostradali.

Redazione

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