Ricorso surreale presentato da Chiara Ferragni contro multa da 1mln di euro

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Ricorso surreale presentato da Chiara Ferragni contro multa da 1mln di euro - avvisatore.it

Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2024 by Redazione

Chiara Ferragni e Balocco impugnano la multa dell’Antitrust

La nota influencer Chiara Ferragni, insieme alle sue società Tbs Crew e Fenice Srl, ha deciso di fare ricorso al Tar contro la multa di oltre un milione di euro inflitta dall’Antitrust. Anche l’azienda dolciaria Balocco sta seguendo la stessa strada legale. Secondo quanto riportato dal Messaggero, gli avvocati di Ferragni stanno cercando di difendersi strenuamente, presentando un ricorso di 34 pagine che contiene alcuni passaggi controversi e surreali.

La multa sproporzionata e il flop dell’operazione “Pink Christmas”

Gli avvocati di Ferragni definiscono la multa di oltre un milione di euro “del tutto sproporzionata rispetto alla gravità e alla durata della condotta”. Sottolineano inoltre che non è mai stato comunicato che l’acquirente avrebbe partecipato alla donazione con il suo acquisto e che la differenza di prezzo tra il pandoro “Pink Christmas” ed il pandoro tradizionale Balocco sarebbe stata destinata a un’iniziativa benefica.

Inoltre, l’operazione “Pink Christmas” si è rivelata un flop. La Ferragni non ha effettuato alcuna donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, ma i 50.000 euro sono stati donati da Balocco prima ancora della messa in vendita dei pandori griffati Ferragni. Le vendite dei pandori non hanno raggiunto i risultati sperati e, nel complesso, non hanno riportato un esito soddisfacente. Balocco ha comunicato che solo 286.422 prodotti sono arrivati ai consumatori finali, rispetto ai 356.782 prodotti distribuiti ai rivenditori. Inoltre, sono state distrutte giacenze di magazzino per un valore di 144.000 euro.

La controversa “visibilità” e l’operazione Ferragni-Acqua Evian

Nel ricorso presentato dai legali di Ferragni emerge un concetto controverso di “visibilità”. Gli avvocati sostengono che la Ferragni ha dato all’ospedale Regina Margherita una “visibilità gratuitamente apportata” attraverso i suoi post e le sue storie sui social media. Tuttavia, l’ospedale non ha ricevuto alcuna donazione diretta da parte dell’influencer. Inoltre, i legali affermano che l’acquisto dei pandori griffati Ferragni è stato motivato principalmente dall’apposizione del marchio “Ferragni” sul prodotto, rendendolo “glamour” ed in “edizione limitata”.

Nel ricorso viene anche menzionata l’operazione Ferragni-Acqua Evian, in cui bottiglie d’acqua da 75cl sono state vendute a circa 8 euro, il doppio del prezzo normale, grazie all’apposizione del marchio Ferragni. Questo viene citato come un successo commerciale, sostenendo che la Ferragni ha contribuito a dare visibilità all’ospedale Margherita di Torino, anche se non ha effettuato donazioni in denaro.

In conclusione, Chiara Ferragni e Balocco stanno cercando di impugnare la multa dell’Antitrust, sostenendo che sia sproporzionata. Nel ricorso emergono alcuni passaggi controversi, come il concetto di “visibilità” e l’operazione Ferragni-Acqua Evian, che sollevano interrogativi sulle pratiche di marketing dell’influencer.

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