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Rientro a scuola: la difficile situazione di Roberta e dei bambini con disabilità in Italia

Il rientro a scuola dopo le vacanze estive ha portato con sé non solo l’entusiasmo per una nuova annata scolastica, ma anche gravi criticità per i bambini che, come Roberta, necessitano di supporto infermieristico per affrontare la quotidianità scolastica. Un problema che colpisce molte famiglie in Italia, privando i più vulnerabili del diritto all’istruzione. Roberta, una bambina milanese di 8 anni affetta da displasia campomelica acampomelica, ha già dovuto affrontare l’insostenibile esperienza di rimanere a casa, mentre i suoi coetanei tornavano in aula.

Il problema del supporto infermieristico

Assenza di assistenza in classe

Roberta ha dovuto rinunciare al suo primo giorno di scuola, e la situazione si preannuncia complicata. I genitori, Fortunato Nicoletti e Maria Coppola, denunciano che, a causa della mancata disponibilità di un infermiere, la bimba non potrà riprendere regolarmente le lezioni. Questo scenario rappresenta solo la punta dell’iceberg di un problema ben più ampio: in Italia, molti bambini affetti da disabilità e malattie rare devono fronteggiare simili situazioni, che compromettono il loro diritto all’istruzione.

La mancanza di assistenza adeguata si traduce in assenze obbligate, rendendo il percorso educativo irregolare e affossando non solo le aspettative delle famiglie, ma anche delle istituzioni scolastiche che si trovano a dover affrontare un’inefficienza sistematica. Fortunato Nicoletti, in rappresentanza dell’organizzazione di volontariato ‘Nessuno è escluso’, sottolinea che tale situazione è inaccettabile e riflette una gestione inadeguata delle esigenze educative e sanitarie dei bambini.

Il diritto all’istruzione negato

Attualmente, molti genitori sono costretti a gestire un sistema che non riesce a garantire la continuità assistenziale, una situazione che in Lombardia, regione definita da molti come all’avanguardia in tale ambito, risulta paradossale. Roberta ha infatti un progetto di vita approvato, redatto dall’Asst Santi Paolo e Carlo, in base alla legge 328/2000, che prevede un’assistenza infermieristica scolastica rigorosamente necessaria. Tuttavia, la concreta attuazione di tale progetto rimane compromessa dal mancato coinvolgimento di enti accreditati capaci di fornire il sostegno richiesto.

La denuncia della politica

Questa condizione di precarietà si fa ancora più evidente quando si guarda agli interventi da parte della classe politica. Famiglie come quella di Roberta non possono più tollerare la scarsa attenzione mostrata da rappresentanti del governo e del ministero dell’Istruzione, che sembrano concentrare il loro operato su questioni marginali, come l’uso dei cellulari a scuola. La qualità della formazione per gli studenti con disabilità dovrebbe essere una priorità, eppure risulta evidente che molti di loro non possono accedere a un’istruzione adeguata.

Il ruolo di enti e istituzioni

Il dovere del Comune

Anche le responsabilità ricadono sugli enti locali, come il Comune di Milano. Nicoletti evidenzia che l’ente, pur essendo il regista del progetto di vita di Roberta, non ha saputo farsi carico delle proprie responsabilità. Le promesse fatte dai rappresentanti istituzionali rimangono spesso ineffettive, lasciando le famiglie con la sensazione di una continua lotta contro un sistema che dovrebbe proteggerle. La narrazione che parla di inclusione e disabilità risulta distaccata dalla realtà vissuta da molti bambini e le loro famiglie.

Un sistema inadeguato

Il panorama si complica ulteriormente a causa della mancanza di risorse destinate a garantire un adeguato supporto. Laura Andrao, avvocato esperto nel settore, sottolinea che se un progetto non viene adeguatamente supportato da risorse necessarie, si tratta di una violazione che può portare dritto a contenziosi legali. La promessa di un’istruzione inclusiva deve tradursi in fatti concreti e non rimanere solo una mera dichiarazione di intenti.

La necessità di un cambiamento

Urgenza di un’azione reale

La situazione di Roberta e di tanti altri bambini con disabilità mette in luce l’urgenza di un cambiamento significativo. Riconoscere che la disabilità non deve essere un peso ma una priorità è fondamentale per un’effettiva inclusione. La continuità delle risorse e del supporto deve essere garantita, evitando che le promesse diventino solo propaganda.

Investimenti futuri

Investire in assistenza e istruzione per bambini con disabilità non deve essere visto solo come un costo, ma come un’opportunità per costruire una società più equa. Le famiglie rimandano un appello chiaro: è necessario un impegno reale e costante da parte delle autorità locali e nazionali per assicurare che diritti fondamentali non siano mai negati, e affinché la disabilità venga realmente integrata nel tessuto sociale ed educativo del Paese.

Il caso di Roberta è solo uno dei tanti esempi di come il sistema attuale non funzioni, e la necessità di un cambiamento è, oggi più che mai, evidente.

Redazione

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