Riforma della distribuzione carburanti in Italia: il governo affronta le resistenze sindacali

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Riforma della distribuzione carburanti in Italia: il governo affronta le resistenze sindacali - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 5 Settembre 2024 by Redazione

La riforma del settore della distribuzione carburanti in Italia è attesa da tempo, ma ha subito un nuovo rinvio a causa delle forti resistenze da parte dei sindacati dei benzinai. Con oltre 22.000 punti vendita sulla rete stradale e 450 su quella autostradale, il sistema mostra segni evidenti di inefficienza e richiede un intervento di riassetto. I dati rivelano un confronto impietoso con le altre nazioni europee, evidenziando una parcellizzazione che potrebbe favorire pratiche illegali e una concorrenza sleale.

Il confronto con le reti europee

Numeri a confronto: Italia vs. Germania, Francia e Spagna

Secondo l’Unione energie per la mobilità , l’Italia presenta una rete di distribuzione carburanti fra le più frammentate d’Europa. Nel 2022, il nostro Paese contava 22.187 punti vendita, con un’erogazione media di 1.370 metri cubi. Questo numero è drammaticamente inferiore rispetto a paesi come la Germania, che vanta 14.069 impianti e un erogato medio di 3.641 metri cubi, e la Francia, dove gli impianti ammontano a 10.609 con un’erogazione media ancora maggiore, pari a 3.990 metri cubi. La Spagna, con 11.734 stazioni, ha un’erogazione media di 2.275 metri cubi. Questi dati indicano non solo una maggiore efficienza dei sistemi stranieri, ma anche una differenza notevole nel rapporto tra il numero di vetture e punti vendita.

Impatti sulla rete e sui consumatori

La diluizione degli impianti italiani si traduce in un aumento dei costi e in un servizio al cliente meno efficiente. Questo modello frammentato non consente di ottimizzare le risorse e porta a una distribuzione squilibrata dei carburanti sul territorio, creando inconvenienti per gli automobilisti, che si trovano a dover cercare punti vendita più lontani o meno accessibili.

Il profilo degli impianti e il loro rendimento

Un’analisi impietosa: oltre il 20% degli impianti sottoperforma

Il presidente dell’Unem, Gianni Murano, ha riportato dati preoccupanti: il 20% delle stazioni di servizio italiane eroga meno di 400.000 litri all’anno, portando i ricavi lordi per i gestori a oscillare tra 15.000 e 30.000 euro. In contrasto, solo il 5% dei punti vendita riesce a superare un’elevata soglia di 3,5 milioni di litri. Questo scenario evidenzia non solo una scarsa redditività per molte stazioni di servizio, ma solleva la questione dell’insostenibilità economica di taluni impianti, che potrebbero essere costretti a chiudere.

Le conseguenze economiche della parcellizzazione

L’eccessiva parcellizzazione del mercato dei carburanti ha effetti deleteri non solo per i gestori delle stazioni ma anche per gli operatori più competitivi. L’esistenza di così tanti impianti con un erogato ridotto porta a una concorrenza sleale, favorendo anche fenomeni di illegalità, come documentato da recenti indagini sulla evasione fiscale nel settore delle accise e dell’Iva. Questo crea un danno non solo per i gestori onesti, ma anche per lo Stato, che perde importanti introiti.

Disuguaglianze tra le regioni

La disparità nella distribuzione dei carburanti

Non c’è solo una disparità tra l’Italia e gli altri paesi europei, ma anche significative differenze regionali. Le aree del Nord Est mostrano generalmente erogazioni superiori rispetto al Centro Sud. Ad esempio, secondo l’indagine dell’Unem, il valore medio nazionale dell’erogato è di 1.370 metri cubi, con Torino che si attesta su questo valore, Milano a 2.080 metri cubi, e Roma a 1.512 metri cubi. D’altra parte, città come Napoli, con un’erogato medio di 1.183 metri cubi, mostrano la difficoltà che affrontano molte aree meridionali nel competere con il resto del Paese.

Implicazioni per gli automobilisti e l’economia locale

Queste disparità non solo influenzano la convenienza per gli automobilisti, ma hanno anche ripercussioni significative sull’economia locale. Le stazioni di servizio nelle regioni con un’erogato inferiore possono affrontare maggiori difficoltà finanziarie, compromettendo la loro capacità di fornire servizi di qualità. Inoltre, la mancanza di un adeguato riassetto del settore potrebbe impedire a queste regioni di attrarre investimenti e svilupparsi economicamente.

La situazione della distribuzione carburanti in Italia richiede un intervento urgente, considerando i dati e le dinamiche attuali, affinché si possa garantire un servizio efficiente e un mercato equo per tutti gli operatori coinvolti.

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