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Riforme: Consigliere giuridico di Meloni soddisfatto per il superamento delle criticità sul secondo premier

Emendamenti al ddl sul premierato: un risultato positivo per la Meloni

Gli emendamenti proposti dalla maggioranza al disegno di legge sul premierato, che sottolineano il carattere unitario del governo, sono stati accolti positivamente da Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Giorgia Meloni. Secondo Marini, gli emendamenti portano il sistema italiano a un meccanismo simile a quello del premierato britannico, in cui il presidente del Consiglio ha il potere di sciogliere le Camere. In particolare, l’emendamento all’articolo 4 del ddl, noto come “secondo premierato”, è considerato più coerente rispetto all’elezione diretta e garantirà stabilità contro eventuali ribaltoni. Sarà infatti il presidente del Consiglio eletto a decidere se ottenere lo scioglimento o consentire il proseguimento della legislatura in caso di dimissioni.

Le tre eventualità previste dall’emendamento all’articolo 4

L’emendamento all’articolo 4 del ddl sul premierato prevede tre possibili scenari. La prima riguarda una mozione di sfiducia da parte del Parlamento, che comporterebbe lo scioglimento delle Camere. La seconda si verifica in caso di dimissioni del presidente del Consiglio, che può ottenere lo scioglimento delle Camere dopo aver informato il Parlamento. Infine, la terza eventualità si verifica quando il premier non può prendere decisioni a causa di morte, impedimento o decadenza, e sarà il presidente della Repubblica a decidere se far proseguire la legislatura, nominando un nuovo presidente del Consiglio scelto tra i parlamentari della maggioranza. Se la maggioranza non trova un presidente del Consiglio alternativo, il Capo dello Stato scioglierà le Camere e si andrà al voto.

Le modifiche innovative all’articolo 3 del ddl premierato

Oltre alle modifiche all’articolo 4, sono state proposte modifiche significative all’articolo 3 del ddl premierato. Queste modifiche riguardano il limite ai mandati del presidente del Consiglio, che saranno due con la possibilità di un terzo mandato se il presidente non ha governato per almeno sette anni e mezzo nelle due legislature precedenti. Questo limite è coerente con le modifiche all’articolo 4 e con il rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio in situazioni di crisi. Un’altra modifica proposta riguarda l’attribuzione formale al presidente della Repubblica, su proposta del presidente del Consiglio, del potere di revocare i ministri. Questo rafforza i poteri del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica, che avranno il potere di nomina e revoca dei ministri.

In conclusione, gli emendamenti al ddl sul premierato rappresentano un risultato positivo per Giorgia Meloni e la sua coalizione. Queste modifiche portano il sistema italiano a un meccanismo simile a quello del premierato britannico, garantendo stabilità e riducendo le situazioni di crisi. Le modifiche all’articolo 4 e all’articolo 3 sono innovative e rafforzano i poteri del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica. Nonostante alcune modifiche tecniche o di coordinamento, i punti fondamentali della riforma rimangono l’elezione diretta del premier e la costituzionalizzazione del premio di maggioranza.

Redazione

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