Espulso per un Omicidio: La Storia di Racid Makboul
Una triste storia di violenza e tragedia giunge al suo epilogo quando Racid Makboul, un cittadino marocchino di 49 anni, viene espulso dall’ Italia in seguito alla condanna per l’omicidio della moglie, commesso nel 2011 a Padova. Questo doloroso capitolo della sua vita è stato segnato dalla decisione del questore di Padova, Marco Odorisio, che lo ha fatto partire verso il Marocco, ponendo così fine a una vicenda caratterizzata dalla sofferenza e dall’orrore.
Giunto in Italia nel 2010 per ricongiungersi con la sua famiglia, Makboul ha invece commesso un atto indicibile: ha ucciso la moglie davanti alla loro figlia di soli 7 anni, infliggendole ben 42 coltellate. Questo atto di barbarie ha portato alla condanna dell’uomo a una pena di 14 anni e 8 mesi di reclusione da parte della Corte d’Assise d’Appello di Venezia, segnando così l’inizio di un lungo e tormentato percorso legale.
Dopo essere stato rilasciato nel 2011, Makboul è rimasto in Italia in modo irregolare, rappresentando una minaccia sociale ai sensi della legge. Ha trovato rifugio presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Milano, dove ha presentato una richiesta di Protezione Internazionale. Tuttavia, a causa delle complicazioni legali, la sua richiesta è stata respinta e Makboul si è trovato di nuovo alla mercé delle autorità italiane.
Una complicata serie di eventi ha portato Makboul a essere trasferito al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Gorizia, dove, finalmente, è stato emesso il provvedimento di espulsione. Questa decisione è stata presa solo dopo che la polizia ha consultato il Console del Regno del Marocco a Verona, mettendo così fine alla sua permanenza in Italia e ponendo fine a una delle pagine più buie della sua vita.
La vicenda di Racid Makboul, condannato per l’omicidio della moglie e successivamente espulso dall’Italia, ci ricorda la complessità delle storie umane e la drammaticità delle conseguenze derivanti dalle azioni individuali. Attraverso il suo tragico percorso, si delinea un ritratto della fragilità umana e della violenza che può insinuarsi nelle relazioni più intime. In un momento di dolore e distruzione, la vicenda di Makboul si conclude, lasciando dietro di sé solo dolore e interrogativi senza risposta.
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