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Riprende processo d’appello Rigopiano: aggiornamenti all’Aquila

Riprende il processo in appello per la tragedia dell’Hotel Rigopiano

Si è riaperto il processo di secondo grado per la tragedia dell’Hotel Rigopiano, avvenuta il 18 gennaio 2017, quando una valanga ha colpito il resort di Farindola (Pescara), causando la morte di 29 persone tra ospiti e dipendenti. Nel primo grado, il tribunale di Pescara aveva emesso 25 assoluzioni e cinque condanne lievi. Oggi, al centro della discussione, c’è la questione della mancata applicazione della Carta Localizzazione Pericolo Valanghe (Clpv), e la Procura di Pescara ha chiamato in causa tre funzionari della Regione Abruzzo: Pierluigi Caputi, Vincenzo Antenucci e Sabatino Belmaggio.

L’avvocato Francesco Carli, che difende Caputi, ha ribadito la tesi difensiva già esposta nel primo grado, citando le motivazioni della sentenza di assoluzione del giudice Gianluca Sarandrea. “Il giudice ha chiaramente escluso la responsabilità del mio assistito”, ha dichiarato Carli, “sia per quanto riguarda la formazione della CLPV che per le sue conseguenze. Oggi abbiamo solo ribadito questa tesi, chiedendo che Caputi venga assolto anche in appello.” L’avvocato Mauro Catenacci, che rappresenta Belmaggio, ha sostenuto che il suo assistito non aveva “alcun ruolo operativo nella fase di conoscenza e nemmeno nella decisione sulla Carta Localizzazione Pericolo Valanghe. Inoltre, Belmaggio non si è mai occupato di Rigopiano.”

Il processo proseguirà con due udienze settimanali, il mercoledì e il venerdì, fino alla sentenza, prevista per il 9 febbraio. Il presidente del collegio giudicante, Aldo Manfredi, ha confermato il programma del processo in un breve colloquio informale con i giornalisti presenti al termine dell’udienza.

La mancata applicazione della Carta Localizzazione Pericolo Valanghe al centro del processo

Uno dei punti chiave del processo in appello per la tragedia dell’Hotel Rigopiano è la mancata applicazione della Carta Localizzazione Pericolo Valanghe (Clpv). La Procura di Pescara ha chiamato in causa tre funzionari della Regione Abruzzo: Pierluigi Caputi, Vincenzo Antenucci e Sabatino Belmaggio. L’avvocato Francesco Carli, difensore di Caputi, ha citato le motivazioni della sentenza di assoluzione del primo grado, in cui il giudice Gianluca Sarandrea ha escluso la responsabilità del suo assistito sia nella formazione della CLPV che nelle sue conseguenze. Carli ha chiesto che Caputi venga assolto anche in appello. L’avvocato Mauro Catenacci, difensore di Belmaggio, ha sostenuto che il suo assistito non aveva alcun ruolo operativo nella conoscenza e nella decisione sulla Carta Localizzazione Pericolo Valanghe e che non si era mai occupato di Rigopiano.

Il processo di secondo grado prosegue con due udienze settimanali

Il processo di secondo grado per la tragedia dell’Hotel Rigopiano riprenderà con due udienze settimanali, il mercoledì e il venerdì, fino alla sentenza prevista per il 9 febbraio. Il presidente del collegio giudicante, Aldo Manfredi, ha confermato il programma del processo al termine dell’udienza. La discussione odierna si è concentrata sulla mancata applicazione della Carta Localizzazione Pericolo Valanghe, e la Procura di Pescara ha chiamato in causa tre funzionari della Regione Abruzzo: Pierluigi Caputi, Vincenzo Antenucci e Sabatino Belmaggio. Gli avvocati difensori hanno ribadito la tesi dell’innocenza dei loro assistiti, citando le motivazioni della sentenza di assoluzione del primo grado. Il processo continuerà a esaminare le responsabilità legate alla tragedia dell’Hotel Rigopiano fino alla sentenza finale.

Redazione

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