Ultimo aggiornamento il 24 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
La questione della sicurezza stradale nel territorio che collega Ceprano a Falvaterra torna alla ribalta dopo oltre sei anni dall’orribile tragedia che ha strappato la vita ai coniugi Umberto Patriarca e Anna Minchella. La necessità di un intervento per ripristinare le barriere di sicurezza al ponte sul fiume Sacco e per ripristinare la viabilità è ormai diventata un tema di discussione tra cittadini e amministratori locali, mettendo in evidenza un’inerzia che ha sollevato molte critiche.
La tragedia del maggio 2018
Segni indelebili di una tragedia
Il primo maggio 2018 è una data che rimarrà impressa nella memoria dei cittadini di Ceprano. In quella mattinata, Umberto Patriarca, 75 anni, e sua moglie Anna Minchella, 67 anni, tornarono a casa dopo una cerimonia religiosa. Il loro viaggio, tragico e inaspettato, si interruppe brutalmente quando la loro auto, una Panda, precipitò dal ponte che sovrasta il fiume Sacco. Un evento che non solo ha scosso la comunità, ma ha anche provocato un’onda di indignazione e tristezza che si è propagata nella regione.
Solo due giorni dopo, una nuova tragedia scosse nuovamente la comunità. Un uomo di circa sessant’anni, originario di Ceprano, compì un gesto estremo: si suicidò lanciandosi dallo stesso ponte. Questi incidenti hanno portato a denominare il ponte in modi calamitosi: “ponte della morte” e “ponte dei sospiri”, termini che riflettono la sofferenza e la paura che abitano quel luogo.
Inadeguatezza delle misure di sicurezza
La risposta delle istituzioni
Dopo le drammatiche vicende, l’Amministrazione Provinciale di Frosinone intervenne con una serie di misure immediate, transennando il ponte e modificando la viabilità. Fu istituito un sistema di senso unico alternato, gestito da semafori che regolano il traffico in entrata e uscita dal sito. Sebbene questa soluzione abbia scongiurato una chiusura totale del ponte, l’insoddisfazione per la situazione resta elevata.
Gli automobilisti, operanti in un’area cruciale per il turismo e le attività commerciali, continuano a utilizzare una viabilità limitata e insicura. È fondamentale chiedersi quando e come la riapertura al traffico regolare potrà avvenire. Da quasi un decennio la comunità solleva richieste di intervento, sperando in una risposta risolutiva, ma finora i risultati sono stati scarsi.
La responsabilità delle istituzioni
L’attesa di un intervento strutturale adeguato si protrae da tempo, sollevando questioni sulle responsabilità di chi gestisce la viabilità locale. Il vuoto di potere creato dalla riforma delle Province nel 2014, che ha trasformato le stesse in organi di secondo livello, non può giustificare l’inefficienza riscontrata. L’inefficienza nella risposta statale ha generato tra i cittadini un forte senso di frustrazione e rassegnazione, alimentando la percezione di abbandono.
L’Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Lazio è chiamato a rispondere alle richieste di messa in sicurezza del ponte, eppure la carenza di azioni concrete persiste. È ora di riprendere in mano queste domande, affrontando i problemi della viabilità in modo sistematico e con atti concreti.
Il futuro della viabilità: quali azioni intraprendere?
Attivismo civico per il cambiamento
La comunità locale è consapevole della necessità di un’azione concertata per riappropriarsi della sicurezza stradale in quel tratto critico. Diverse iniziative civiche si profilano all’orizzonte, tra cui manifestazioni e petizioni, che possono rappresentare un modo per spingere le istituzioni verso una risposta più rapida. Mentre i cittadini richiedono a gran voce misure correttive, si avverte l’urgenza di una comunicazione chiara da parte delle autorità competenti.
È auspicabile che le istituzioni responsabili possano chiarire le motivazioni delle attuali crisi e fornire un piano di intervento dettagliato. La sicurezza sul ponte sul fiume Sacco è una priorità che va affrontata e non può rimanere nell’ombra di un’inerzia che dura ormai da anni. Le aspettative della comunità non sono più differibili; si attende una concreta risposta e un impegno serio al ripristino della viabilità su quel tragico ponte.
Luciano Di Pietrantonio, rappresentante dell’Associazione Fabrateria, evidenzia l’importanza di una mobilitazione collettiva per ottenere giustizia e sicurezza. Il futuro del ponte e della viabilità locale è nelle mani di chi ha la responsabilità di prendere decisioni informate e tempestive.