Rischio commerciale nell'area del Mar Rosso a causa degli attacchi Houthi - avvisatore.it
Il direttore generale di Confindustria, Raffaele Langella, ha recentemente parlato dell’impatto economico del collasso del trasporto marittimo attraverso il Canale di Suez. Durante un’audizione in Commissione Affari Esteri sulle modalità di collaborazione tra Italia e Stati del continente africano, Langella ha sottolineato che l’intensificarsi degli attacchi del gruppo yemenita Houthi alle navi in ingresso nel Mar Rosso ha comportato una sospensione del transito nel Canale da parte delle principali compagnie di spedizioni internazionali.
Langella ha evidenziato che l’Africa è sede di importanti rotte commerciali marittime, tra cui il Golfo di Guinea, il Mar Rosso e il Capo di Buona Speranza. Queste rotte sono fondamentali per la spedizione di merci tra i continenti e facilitano il commercio internazionale. Inoltre, la vicinanza al Canale di Suez rappresenta un vantaggio significativo, poiché ogni anno il 12% del commercio mondiale passa attraverso questo canale.
Langella ha evidenziato che la stabilità dell’area è direttamente legata alla sicurezza delle rotte marittime, che sono vitali per il trasporto delle merci. L’intensificarsi degli attacchi del gruppo yemenita Houthi ha portato alla sospensione del transito nel Canale da parte delle principali compagnie di spedizioni internazionali. Ciò ha comportato una deviazione delle rotte a sud del Capo di Buona Speranza, con un aumento dei tempi di navigazione di circa 10 giorni. Questa situazione ha avuto ripercussioni sul traffico di navi nel Mar Rosso, che si è più che dimezzato, e ha causato un aumento del costo di trasporto dei container dall’Asia all’Europa del 92%.
Langella ha sottolineato che questa situazione può ripercuotersi sulle industrie e le economie anche apparentemente meno esposte. Ha evidenziato che il 90% del volume del commercio globale avviene via mare e che il Mediterraneo rappresenta il 20% del commercio mondiale. Per l’Italia, il 54% degli scambi avviene via nave, di cui il 40% attraverso il Canale di Suez. Settori particolarmente esposti sono il commercio di petrolio e gas, prodotti elettronici ed elettrodomestici, prodotti in pelle, macchinari, prodotti agricoli e l’industria ittica.
In conclusione, l’impatto economico del collasso del trasporto marittimo attraverso il Canale di Suez dipenderà dalla durata della crisi. Se la crisi sarà lunga, gli effetti negativi sul commercio estero italiano e mondiale saranno maggiori. La situazione attuale richiede una collaborazione tra Italia e Stati del continente africano per promuovere lo sviluppo e garantire la stabilità delle rotte commerciali marittime.
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