Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2024 by Redazione
L’Italia rafforza le esportazioni agroalimentari verso l’Asia
Le esportazioni italiane di prodotti agricoli e alimentari verso l’Asia hanno raggiunto un valore di oltre 6 miliardi di euro, rappresentando circa il 10% dell’export agroalimentare del paese. Questo dato è emerso dall’Instant Report Ismea “Gli scambi agroalimentari italiani con l’Asia e la crisi del canale di Suez”. L’Italia si posiziona al quinto posto tra i principali paesi esportatori di prodotti agricoli e alimentari verso l’Asia, dopo Paesi Bassi, Francia, Spagna e Germania. Nel corso degli ultimi dieci anni, le esportazioni italiane verso l’Asia sono cresciute del 128%. Nel complesso, le importazioni di prodotti agroalimentari da parte dell’Asia rappresentano una quota sempre più significativa del commercio mondiale, passando dal 30,4% nel 2013 al 35,7% nel 2022.
I prodotti italiani di successo in Asia
I prodotti italiani più esportati verso l’Asia includono una vasta gamma di prodotti di alta qualità, con una particolare enfasi sui vini. Solo nel 2022, i vini italiani hanno generato un fatturato di 446 milioni di euro per i vini fermi in bottiglia e 119 milioni di euro per gli spumanti. Le paste, con un valore di 332 milioni di euro, rappresentano l’11,9% dell’export totale del settore. Altri prodotti di successo includono il pomodoro trasformato (230 milioni di euro, con una quota del 9,4%) e i formaggi (258 milioni di euro, 7,2%). Per quanto riguarda la frutta, le mele sono i prodotti italiani più venduti in Asia, con un valore di 181 milioni di euro, seguite dai kiwi con 60 milioni di euro. Per quanto riguarda le importazioni, l’Italia ha speso 4,9 miliardi di euro nel 2022 per prodotti agricoli e alimentari provenienti dall’Asia, con oli di palma, caffè e molluschi tra i principali prodotti importati. Questo ha portato a un surplus della bilancia commerciale italiana di 1,2 miliardi di euro nei rapporti con l’Asia.
La recente crisi e le sue conseguenze
La recente crisi in Medio Oriente, aggravata dalle tensioni geopolitiche legate al conflitto russo-ucraino, ha avuto un impatto significativo sui flussi commerciali tra l’Asia e il resto del mondo. Secondo l’Ismea, la chiusura del Canale di Suez ha comportato una diminuzione dei transiti marittimi e un aumento dei costi di trasporto del 40%, insieme a un allungamento dei tempi di percorrenza di 7-10 giorni. Questa situazione potrebbe influenzare i mercati in due modi: da un lato, alcuni prodotti destinati all’Asia potrebbero essere dirottati verso i tradizionali mercati europei, creando il rischio di un surplus e una riduzione dei prezzi. D’altro canto, la crisi potrebbe anche causare una contrazione delle importazioni di materie prime e semilavorati, con conseguente rallentamento della produzione dell’industria alimentare italiana e impatti sulle catene globali del valore.
In conclusione, l’Italia sta rafforzando le sue esportazioni agroalimentari verso l’Asia, con un valore di oltre 6 miliardi di euro. I prodotti italiani di successo includono vini, paste, pomodoro trasformato, formaggi, mele e kiwi. Tuttavia, la recente crisi sta influenzando i flussi commerciali tra l’Asia e il resto del mondo, con conseguenze potenziali sia per le esportazioni che per le importazioni. È importante monitorare attentamente l’evoluzione della situazione e adattarsi di conseguenza per garantire la continuità degli scambi commerciali e il successo dell’industria agroalimentare italiana.