Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione
Malattie tropicali neglette: un problema in aumento in Italia
Le malattie tropicali neglette (NTDs) rappresentano un grave problema a livello mondiale, coinvolgendo una popolazione di 1,7 miliardi di persone. In Italia, sebbene siano presenti solo due di queste patologie autoctone, la leishmaniasi e l’echinococcosi cistica, il Paese è a rischio a causa dei cambiamenti climatici e dell’introduzione di vettori potenzialmente suscettibili ad altre malattie come la Dengue e la Chikungunya. Secondo Emanuele Nicastri, direttore Uoc Malattie infettive ad alta intensità di cura (Miaic) dell’Inmi Spallanzani di Roma, “il nostro è un Paese a rischio per le NTDs per il cambiamento climatico e per l’introduzione del vettore potenzialmente suscettibile per alcune di queste patologie dovute ad arbovirosi, ad esempio la Dengue e Chikungunya”.
Un’ampia gamma di patologie
Le NTDs comprendono un totale di 21 malattie tropicali diverse, causate principalmente da parassiti, ma anche da batteri, virus, funghi e veleno di serpente. Tra queste patologie, troviamo la malattia di Chagas, la lebbra, la leishmaniasi, la schistosomiasi, la Dengue e l’echinococcosi cistica. Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, nel corso del 2023 in Italia sono stati registrati 362 casi confermati di Dengue, 9 casi confermati di Zika Virus e 7 casi confermati di Chikungunya, tutti associati a viaggi all’estero.
L’introduzione del vettore e il cambiamento climatico
Ma perché queste malattie stanno prendendo piede in Italia? Secondo Nicastri, “l’introduzione del vettore è la ‘condicio sine qua non'”. Fino a 20 anni fa, in Italia non c’era la zanzara tigre, ma oggi è presente in tutto il Paese, dalle Alpi alla Sicilia. La presenza di questo vettore rende solo una questione di tempo la trasmissione di patologie come la Dengue e la Chikungunya. Questo fenomeno non riguarda solo l’Italia, ma l’intera area del Mediterraneo. Un esempio emblematico è il Lazio, che durante l’estate ha registrato tre focolai distinti di queste malattie in contemporanea. Questo evento non sarà più un caso fortuito, ma un segnale di un cambiamento che richiede la nostra attenzione per il futuro.
La malattia di Chagas, conosciuta anche come tripanosomiasi americana, è un esempio di come queste malattie tropicali si stiano avvicinando sempre di più alle nostre latitudini. Questa malattia infettiva, causata dal protozoo Trypanosoma cruzi, era un tempo confinata all’America Latina. Tuttavia, oggi è entrata negli screening dei donatori di sangue e di organi in Italia, a causa dei casi d’importazione dovuti a italiani che hanno viaggiato in zone endemiche. Questo ci fa capire quanto malattie che un tempo sembravano così lontane, oggi siano diventate una realtà con cui dobbiamo confrontarci, ponendo l’accento sulla prevenzione.
Il seminario ospitato dall’Inmi Spallanzani di Roma in occasione della Giornata mondiale delle malattie tropicali neglette ha visto la partecipazione di esperti del settore, tra cui Fabrizio Bruschi, presidente della Società italiana di parassitologia, e Adriano Casulli, del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità. Casulli ha espresso l’auspicio che nel prossimo G7 Salute, guidato dall’Italia, si possa arrivare a un documento unico sulle malattie tropicali neglette, condiviso con il network internazionale.