Dopo giorni di negoziati, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede maggiori aiuti umanitari per la popolazione della Striscia di Gaza. La risoluzione è stata votata favorevolmente da 13 Paesi membri, mentre gli Stati Uniti e la Russia si sono astenuti. Nonostante ciò, la risoluzione non chiede un cessate il fuoco immediato.
La risoluzione prevede l’istituzione di “pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi in tutta la Striscia di Gaza per un numero sufficiente di giorni per consentire un accesso umanitario completo, rapido, sicuro e senza ostacoli”. Tuttavia, il testo non richiede un cessate il fuoco immediato, ma stabilisce quando e come portare maggiori aiuti a Gaza. Il ruolo di Israele nel decidere quali aiuti possono arrivare e se chiedere un cessate il fuoco è stato un punto di attrito tra i Paesi membri del Consiglio di Sicurezza.
L’ambasciatrice degli Emirati Lana Zaki Nusseibah ha definito la risoluzione “un miracolo di Natale” e ha affermato che invia un messaggio positivo alla popolazione di Gaza che soffre di condizioni di vita insopportabili. Tuttavia, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha sottolineato che la risoluzione è solo un primo passo e che sono necessari ulteriori sforzi per soddisfare i bisogni disperati della popolazione di Gaza.
L’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha ringraziato gli Stati Uniti per il loro sostegno e ha affermato che la decisione permette a Israele di monitorare e ispezionare gli aiuti che entrano a Gaza. Tuttavia, ha anche criticato il Consiglio di Sicurezza per non aver condannato il “massacro” del 7 ottobre e ha sottolineato che Israele consente comunque l’introduzione di aiuti su qualsiasi scala necessaria.
L’ambasciatore palestinese all’ONU, Riyad Mansour, ha definito il voto del Consiglio di Sicurezza “un passo nella giusta direzione” ma ha sottolineato che la popolazione di Gaza ha bisogno di un cessate il fuoco immediato, di assistenza umanitaria su vasta scala e di nessuno sfollamento forzato. Hamas, invece, ha dichiarato che la risoluzione “non è una misura sufficiente” e “non risponde alla situazione catastrofica creata dalla macchina da guerra sionista” nella Striscia di Gaza.
Nel frattempo, Israele sta continuando le operazioni di terra nella Striscia di Gaza. Secondo il portavoce delle Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari, l’esercito israeliano si sta avvicinando al completo “controllo operativo” del nord della Striscia di Gaza e sta aumentando le operazioni nella parte meridionale dell’enclave palestinese. Inoltre, un soldato israeliano è stato ucciso da Hezbollah in un attacco lanciato dal Libano. Hamas ha rivendicato la responsabilità dell’attacco, mentre Hezbollah ha dichiarato di averlo effettuato in sostegno al popolo palestinese.
Nel frattempo, migliaia di manifestanti sono scesi per le strade di diverse città dello Yemen per protestare contro la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti che fronteggia gli attacchi condotti dagli Houthi contro le navi nel Mar Nero. Le manifestazioni si sono svolte con slogan che denunciano la coalizione e promettono di colpire qualsiasi nave si avvicini.
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