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Ritrovamento storici sulla Marmolada: due soldati italiani della Grande Guerra emergono dai ghiacci

Il recente cambiamento climatico ha portato alla luce resti storici di un passato bellico, come nel caso dei corpi di due soldati italiani, rinvenuti sulla Marmolada. Questi resti, sepolti sotto la neve e il ghiaccio per oltre cento anni, ricordano il sacrificio di molti combattenti durante la Grande Guerra. Il ritrovamento, avvenuto il 16 agosto scorso, ha richiamato l’attenzione sull’importanza della memoria storica e delle operazioni di recupero dei caduti.

Il ritrovamento: l’escursionista e la segnalazione

Scoperta inaspettata sulla Marmolada

Mentre esplorava le maestose vette delle Dolomiti, un escursionista ha notato un corpo parzialmente esposto dalla neve. La zona, situata vicino a Forcella Serauta, si trova a quasi tremila metri di altitudine e rappresenta una delle aree più sfidanti e tecnicamente complesse da raggiungere. Il 16 agosto, dopo aver avvistato i resti, l’uomo ha immediatamente contattato i carabinieri della Compagnia di Cavalese, attivando una serie di operazioni di recupero.

Operazione di recupero

I carabinieri hanno collaborato con il soccorso alpino della Guardia di finanza della Stazione di Rolle per organizzare il recupero dei resti. Le condizioni ambientali e l’impervietà della zona hanno reso l’operazione particolarmente difficile. Il comandante del soccorso alpino, Riccardo Manfredi, ha sottolineato che “la zona è accessibile solo tramite picca e ramponi”, rendendo l’intervento molto impegnativo.

Identificazione dei resti: la storia della Brigata fanteria Como

Chi erano i soldati ritrovati?

L’analisi dei resti ha rivelato che appartenevano a due fanti della Brigata fanteria Como, grazie al ritrovamento di mostrine recanti stelle a cinque punte tipiche del Regio esercito italiano. Tuttavia, malgrado le verifiche effettuate, non è stato possibile rinvenire le piastrine di riconoscimento, lasciando in sospeso l’identità di questi soldati. L’ipotesi è che fossero impegnati in un’azione di ricognizione e abbandonati dai commilitoni dopo essere stati colpiti dall’artiglieria nemica.

Una zona di conflitto

La sordida geografia della Marmolada, con le sue trincee e linee di fronte, è fondamentale per comprendere il contesto di guerra in cui questi soldati hanno operato. Durante la Prima guerra mondiale, la zona fu teatro di violenti scontri tra le forze italiane e austro-ungariche. La memoria di quegli eventi si perpetua attraverso il recupero di reperti e resti umani, mantenendo viva la storia del conflitto.

Il recupero dei resti: un gesto di dignità e rispetto

Rimozione e trasporto

Dopo il ritrovamento, i resti sono stati recuperati tramite un elicottero della Guardia di finanza della Sezione aerea di Bolzano. Durante l’operazione, particolare attenzione è stata dedicata a garantire un trattamento dignitoso per i caduti. Come spiegato da Manfredi, “i resti sono stati posti in una cassa di legno, adornata da un Tricolore, simbolo del rispetto e della riconoscenza per i sacrifici compiuti dai soldati italiani.”

Destinazione finale

Una volta raggiunta la valle, i resti sono stati trasportati a Canazei grazie a un’operazione ben coordinata tra carabinieri e soccorso alpino della finanza. La collaborazione delle autorità locali con l’Ufficio per la tutela della cultura e della memoria della difesa, noto come ‘Onorcaduti’, permetterà di gestire il destino finale dei caduti. È probabile che i corpi vengano trasferiti presso il sacrario militare di Asiago in Veneto, un luogo di commemorazione dedicato ai soldati italiani.

La memoria storica: un richiamo al passato

Un ritrovamento non isolato

Questo evento non è un caso isolato. La Marmolada ha restituito, nel corso degli anni, diversi resti di soldati, evidenziando come i ghiacci delle Dolomiti custodiscano la memoria di un conflitto che ha segnato profondamente la storia d’Italia. Nell’agosto del 2010, un alpinista trovò i resti di un alpino, evidenziando come la montagna continui a raccontare storie dimenticate di eroismo, sacrificio e guerra.

Un’attenzione rinnovata

Il recupero dei corpi e l’interesse dimostrato per la loro storia sottolineano l’importanza di preservare e onorare la memoria di quanti hanno combattuto e perso la vita in guerra. Questo evento funge da monito per le generazioni future, affinché non vengano mai dimenticati i sacrifici compiuti e il significato della pace.

Giordana Bellante

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