Rivolta nel carcere minorile Beccaria di Milano: disordini e tentativi di fuga nella notte - Occhioche.it
Un nuovo episodio di violenza ha scosso il carcere minorile Beccaria di Milano, confermando la gravità della situazione all’interno delle strutture penitenziarie italiane per minori. I disordini, avvenuti la scorsa notte, hanno coinvolto tutti i 58 detenuti presenti, causando feriti e danneggiamenti ingenti. Le proteste, lamentele e tentativi di fuga accendono il dibattito sull’efficacia del sistema carcerario e sulla necessità di riforme.
Nella notte appena trascorsa, al carcere minorile Beccaria di Milano si sono verificati gravi disordini, descritti dai sindacati di polizia penitenziaria come una vera e propria “notte di ordinaria follia”. Gli agenti hanno riferito che i detenuti hanno dato fuoco a materassi nelle celle, provocando un incendio significativo. Durante i disordini, diversi reclusi avrebbero tentato di evadere, con quattro di loro che sono riusciti a scavalcare il muro di cinta del carcere. Grazie all’intervento tempestivo delle forze di polizia, i fuggitivi sono stati rintracciati e riportati nel perimetro di sicurezza dell’istituto penale.
Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha assicurato che nessun detenuto è riuscito a scappare oltre il perimetro del Beccaria e ha sottolineato l’efficacia dell’intervento del personale, che ha permesso di ripristinare rapidamente la situazione. Tuttavia, i sindacati mettono in luce quello che definiscono come un fallimento del sistema carcerario, affermando che le disobbedienze sono il risultato di un ambiente di detenzione inadeguato e di un personale sotto organico.
La rivolta del Beccaria è solo l’ultimo di una serie di eventi critici che hanno coinvolto diversi istituti penali per minori in Italia. Negli ultimi giorni, episodi di tensione e tumulti si sono verificati in strutture di Ivrea, Torino, Ariano Irpino e Regina Coeli a Roma. Questo si inserisce in un contesto più ampio di emergenza carceraria, con un tasso di suicidi allarmante, come dimostra il recente caso avvenuto a Reggio Emilia, dove il 67° suicidio di un detenuto è stato registrato dall’inizio dell’anno.
La situazione nel carcere Beccaria è stata aggravata da indagini della procura di Milano riguardanti presunti abusi e torture su minori detenuti. Nel mese di aprile, il caso ha portato alla sospensione di 21 guardie. Questi eventi accendono il dibattito attorno alla gestione delle carceri in Italia, con politici e sindacati che lanciano appelli urgenti per interventi e riforme.
La rivolta nel carcere minorile Beccaria ha suscitato dure critiche da parte dell’opposizione politica, che accusa il governo di aver trascurato il problema del sovraffollamento e delle condizioni inadeguate nelle strutture penitenziarie. Il vicepresidente dei senatori del Partito Democratico, Franco Mirabelli, ha parlato di “incapacità del governo di affrontare una situazione creata da loro stessi”, riferendosi al decreto ‘Caivano’ che ha aumentato il numero di minori detenuti senza fornire adeguati supporti a strutture e personale.
Altri rappresentanti politici, come Ivan Scalfarotto di Italia Viva, evidenziano che questa crisi è il risultato di un sistema carcerario “al collasso”, dove gli agenti si trovano a lavorare in condizioni di forte stress e sotto organico. La richiesta di chiudere strutture come il Beccaria è sempre più forte, con la convinzione che il luogo di detenzione non sia né umano né riabilitativo per i giovani.
Le affermazioni dei politici sono supportate dai sindacati di polizia penitenziaria, che sottolineano come l’attuale sistema carcerario per minori funzioni come un “incubatore di delinquenza”. I rappresentanti dei sindacati hanno dato voce a preoccupazioni legate alla sicurezza sia degli agenti penitenziari sia dei minorenni, avvertendo che senza cambiamenti significativi, la situazione continuerà a deteriorarsi. Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria, ha dichiarato che il 90% dei giovani detenuti tende a intraprendere percorsi criminosi, portando a un riciclo delle carceri che si traduce in una spirale di violenza e mancanza di riabilitazione.
Le stanze del Beccaria, che attualmente detiene 50 giovani contro una supervisione di 124 poliziotti, manifestano chiaramente questa drammatica disparità. La richiesta urgente da parte dei Radicali Italiani di chiudere il carcere minorile si fa sempre più impellente, con piani per tornare a Milano nelle prossime settimane per riaffermare tale posizione.
La situazione al carcere minorile Beccaria di Milano, quindi, solleva questioni fondamentali sul futuro del sistema penitenziario italiano e sulle condizioni di vita dei minori detenuti, lasciando intravedere l’importanza di un’urgente revisione delle politiche carcerarie nel Paese.
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