Roma devastata dal nubifragio: detriti e disagi in via Borore e Due Leoni - Occhioche.it
Una violenta tempesta ha colpito Roma il 5 settembre, causando danni ingenti nella periferia est della capitale. Via Borore e il quartiere Due Leoni sono state le zone più colpite, con detriti sparsi ovunque e residenti costretti a far fronte a una situazione di emergenza. Mentre la città si sta preparando a possibili nuove piogge, la mancanza di interventi di bonifica ha aggiunto preoccupazione tra gli abitanti della zona.
Borghesiana, situata nella periferia est di Roma, è caratterizzata dalla presenza di un canale che raccoglie le acque piovane. Costruito negli anni ’70, il canale, che parte da Frascati e arriva a Borghesiana, ha storicamente rappresentato un rischio per la comunità. Nel 2012, un’otturazione aveva causato allagamenti, ma il nubifragio del 5 settembre ha generato danni ancor più gravi. L’acqua è traboccata, invadendo particolarmente due abitazioni, causando il crollo di muri di cinta e distruggendo beni materiali.
Molti residenti si sono trovati a dover affrontare la perdita totale di effetti personali. Una donna, madre e figlia, ha espresso costernazione per quanto accaduto: “Penso di aver buttato materiale per 30 mila euro – racconta la proprietaria – avevamo bici, mobili, frigorifero e lavatrice, tutto distrutto.” La situazione è aggravata dalla sensazione di impotenza, dato che da anni è attesa la realizzazione di un progetto di bonifica della zona, mai concretizzato.
Il fango accumulato nelle abitazioni ha costretto i residenti a inviare al macero beni che avevano fatto parte della loro vita quotidiana. Con la paura di nuovi allagamenti, la rimozione dei detriti diventa una priorità assoluta. “La cosa che ci fa arrabbiare – conclude la donna – è che non è la prima volta che ci succede. Abbiamo paura per il futuro e chiediamo che si faccia qualcosa.”
Nonostante la gravità della situazione, i detriti trasportati dall’acqua non sono stati ancora rimossi, amplificando il timore di ulteriori malfunzionamenti. A distanza di poche ore dal nubifragio, il consigliere comunale Mariano Angelucci ha immediatamente segnalato il problema all’Ama e all’Acea, chiedendo un intervento pronto e risolutivo. “La responsabilità della manutenzione dei fossi è difficile da stabilire – ha affermato Angelucci – ma è evidente che esiste una complicità tra vari enti che deve essere affrontata.”
Il consigliere ha fatto riferimento alle competenze regionali, comunali e della Città Metropolitana, esprimendo la necessità di attivarsi rapidamente. La mancanza di coordinamento tra i vari livelli di governo ha complicato la risposta all’emergenza.
L’11 settembre, anche il presidente del VI Municipio, Nicola Franco, ha contattato la municipalizzata della raccolta rifiuti per sollecitare l’utilizzo di mezzi meccanici nella rimozione del materiale accumulato. “È fondamentale che si provveda con urgenza – ha affermato – affinché detriti non blocchino i drenaggi e non causino ulteriori problemi con nuove precipitazioni.”
Tuttavia, anche in questo caso, le promesse di intervento si sono scontrate con la realtà dei tempi burocratici. L’Ama, infatti, ha comunicato che gli interventi di rimozione non sarebbero iniziati prima del 13 settembre. Questa attesa sta causando un crescente malcontento tra i residenti, che avvertono la loro comunità in pericolo, aggravata dall’incertezza metereologica di settembre. La necessità di una reazione tempestiva si fa sentire ogni giorno di più.
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