Ultimo aggiornamento il 27 Agosto 2024 by Redazione
La questione del trasporto pubblico a Roma continua a suscitare discussioni accese. Recentemente, l’associazione Tutrap – Aps ha proposto che il Comune di Roma copra interamente il servizio di Atac, suggerendo di recuperare una parte delle spese attraverso i ricavi della bigliettazione. Questo modello operazionale è già applicato con successo a Milano, dove il Comune sostiene completamente l’azienda di trasporti Atm. Un confronto tra le due città evidenzia le differenze significative nella gestione dei trasporti pubblici e nella qualità del servizio offerto ai cittadini.
Il confronto tra Roma e Milano
Negli ultimi giorni, un articolo su RomaToday ha messo in luce le differenze tra il servizio di Atac a Roma e quello di Atm a Milano. Questo confronto è stato avviato da Atac nel proprio piano industriale, ma l’azienda ha successivamente messo in dubbio la validità delle sue stesse affermazioni. “Milano è più piccola rispetto a Roma, ma questa non è una semplice contraddizione, è un aggravante”, ha commentato un rappresentante di Tutrap. Il servizio offerto dal trasporto pubblico milanese è caratterizzato da una densità molto più alta che permette a ogni utente di beneficiare di un sistema molto più efficiente. Questo divario è, in gran parte, attribuibile ai contratti stipulati dalle rispettive amministrazioni comunali.
Attualmente, il contratto vigente tra il Comune di Roma e Atac prevede che solo il 65% dei costi venga coperto dall’ente locale, costringendo l’azienda a compensare il resto attraverso la bigliettazione. Si tratta di un modello “net cost” che presenta un rischio significativo per Atac e che differisce dal “gross cost” in uso a Milano. In quest’ultimo caso, l’amministrazione comunale copre integralmente i costi del servizio, permettendo ad Atm di non affrontare rischi commerciali e di recuperare solo una parte dei costi attraverso la vendita di biglietti e abbonamenti. Questa differenza di approccio genera quindi un carico maggiore sui contribuenti romani, costretti a finanziare un sistema di trasporti meno efficiente.
Le conseguenze della situazione attuale
L’attuale situazione di finanziamento del trasporto pubblico romano ha delle ripercussioni dirette sul servizio offerto. Senza il recupero del 35% non coperto dal Comune, Atac si trova in pericolo di insolvenza, come già accaduto durante il periodo pandemico. Alla fine dei sussidi statali, l’azienda ha visto il proprio bilancio diventare insostenibile, portando a una significativa riduzione dell’offerta di servizio. I dati di bilancio di Atac al 31 dicembre 2023 parlano chiaro: la produzione chilometrica è diminuita del 5% rispetto all’anno precedente.
Questo decremento coinvolge sia i mezzi di superficie che le linee metropolitane, con un passaggio da 135.818.757 vetture/chilometro nel 2022 a 129.341.498 nel 2023. Le metro hanno subito una contrazione notevole , principalmente a causa della scarsità del materiale rotabile disponibile. Sebbene Atac sia riuscita a chiudere il 2023 con un utile di 11 milioni di euro, questo risultato è stato ottenuto grazie alla diminuzione del servizio – una scelta che inevitabilmente ricade sugli utenti, costretti a rinunciare all’utilizzo del trasporto pubblico a favore di alternative private.
La proposta di un contratto “gross cost” per Atac
Secondo l’analisi di Tutrap, il Comune di Roma dovrebbe stabilire un contratto “gross cost” con Atac, simile a quello già adottato per le linee periferiche. Con un simile accordo, l’azienda non sarebbe soggetta a rischi industriali, focalizzandosi esclusivamente sul raggiungimento degli obiettivi di servizio. Questo approccio garantirebbe una maggiore stabilità finanziaria per Atac, consentendole di produrre un volume di servizio idoneo senza la paura di incorrere in perdite.
I fondi nazionali e la programmazione del trasporto pubblico
L’amministrazione comunale di Roma ha intensificato gli sforzi per richiedere al Governo un aumento del fondo nazionale per i trasporti, evidenziando le carenze del servizio pubblico. Tuttavia, questo problema non giustifica le evidenti inefficienze del sistema di trasporto romano. Nel 2017, il Governo aveva promesso fondi per la revisione dei treni della metropolitana, ma i lavori sui CAF 300 sono iniziati solo quattro anni dopo, dimostrando una mancanza di una programmazione adeguata.
Tutte queste problematiche evidenziano l’urgenza di una ristrutturazione del modo in cui vengono gestiti i trasporti pubblici nella Capitale. Solo attraverso un modello di finanziamento più sostenibile e una programmazione a lungo termine sarà possibile migliorare l’efficienza e la qualità del servizio, restituendo ai cittadini romani un sistema di trasporto pubblico di livello.