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Roma, il piano di zona Colle Fiorito si trova di fronte a gravi difficoltà burocratiche e occupazioni abusive

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Il piano di zona Colle Fiorito, situato tra Selva Nera e Boccea, segna una fase cruciale verso la riqualificazione urbana della zona. Con un investimento di 4,5 milioni di euro previsto nel bilancio 2024 di Roma Capitale, le autorità intendono avviare importanti opere urbanistiche. Tuttavia, la situazione risulta complicata a causa della presenza di occupanti abusivi negli appartamenti già assegnati e pagati. Questo ostacolo sta rallentando il processo di rilascio delle abitazioni ai legittimi proprietari, bloccando di fatto l’avvio dei cantieri.

Il contesto del piano di zona Colle Fioriti

Negli ultimi anni, il progetto di urbanizzazione di Colle Fiorito ha attirato l’attenzione di abitanti e autorità locali. Le problematiche che attanagliano questa iniziativa sono gravi e risalgono nel tempo. Le famiglie che hanno investito nella comprensione delle loro nuove abitazioni, le cui cifre oscillano intorno ai 100mila euro, sono in attesa da oltre dieci anni di poter finalmente entrare nelle loro case. La cooperativa ICV Srl, già responsabile della costruzione degli edifici, ha ricevuto finanziamenti pubblici dalla Regione Lazio, ma la situazione è divenuta complessa dopo la cessione dei diritti edilizi a due cooperative, Sera Prima e Sera Seconda.

Queste ultime hanno violato i vincoli di vendita, imponendo prezzi superiori a quanto inizialmente stabilito. Tale irregolarità ha generato tensioni non solo economiche ma anche legali, contribuendo a una situazione di stallo che impedisce il completamento degli edifici e la risoluzione di problemi cronici relativi agli alloggi. Le abitazioni, destinate a famiglie bisognose, sono state appunto assegnate ma mai realmente abitate dai legittimi proprietari.

Occupazioni abusive e difficoltà di accesso

L’occupazione abusiva degli appartamenti rimasti vuoti ha ulteriormente aggravato la situazione. Segnalazioni dettagliate riportano di occupazioni gestite in modo organizzato, dove gli stessi occupanti redigono regolamenti interni per evitare problemi con le forze dell’ordine. Tali circostanze hanno portato all’impossibilità, da parte del Comune, di procedere ai sopralluoghi necessari per avviare i lavori di completamento e riqualificazione delle aree. Luigi Di Luzio del dipartimento programmazione e attuazione urbanistica ha evidenziato la difficoltà nell’accedere alle abitazioni occupate, riferendo che anche tentativi di interventi precedenti si sono rivelati infruttuosi.

La negazione di accesso per i tecnici ha creato un ulteriore intoppo burocratico, in quanto senza verifiche tecniche non è possibile avviare i processi di edilizia e urbanizzazione previsti dal piano. Francesco Pieroni, del supporto all’assessore all’urbanistica, ha confermato che il quartiere vive attualmente una esistenza di isolamento burocratico.

Stato attuale dei lavori e finanziamenti

Malgrado la previsione di 4,5 milioni di euro per il 2024 destinati a migliorare il piano di zona, la situazione resta inconcludente. Il patrimonio immobiliare di Roma Capitale, acquisito dopo la cessazione delle convenzioni urbanistiche, rimane in una condizione precaria. L’ultima commissione tra lavori pubblici e patrimonio ha messo in luce come, nonostante il budget allocato, sia tutto fermo a causa delle occupazioni abusive.

Le aree avrebbero dovuto essere oggetto di interventi di ripristino e completamento, ma l’assenza di sopralluoghi impedisce il progresso. Di Luzio ha affermato che sono già state delegate a Astral, la realizzazione delle opere idrauliche avverrà a breve, a partire dall’inizio di ottobre. Tuttavia, per proseguire con gli interventi di urbanizzazione, il Comune richiede la liberazione delle unità abitative occupate.

La situazione abitativa e il censimento

Le condizioni degli edifici e degli occupanti attuali sono diventate problematiche. Alcuni assegnatari hanno riportato episodi di violenza, aggressioni e maltrattamenti sugli animali. Yuri Trombetti, presidente della commissione patrimonio, ha rinnovato l’appello a velocizzare le operazioni di sgombero, lamentando l’inefficienza del processo che dura da diversi mesi.

Eugenia Mazza ha sottolineato come la mancanza di un censimento adeguato stia ostacolando la risoluzione del problema, rendendo difficile identificare gli occupanti legittimi. Senza elenchi di assegnatari corretti, non è possibile distinguere chi ha diritto a rimanere negli appartamenti da chi occupa abusivamente. Infatti, la responsabilità è ricaduta sulla stessa ICV, la quale ha disconosciuto la propria competenza nel fornire tali informazioni.

Strategie per il rilascio e il futuro del progetto

Il futuro sviluppo del piano di zona si fonda sull’armonizzazione tra i vari uffici per procedere con gli sgomberi necessari. La strategia prevede che i tecnici, scortati dalle forze dell’ordine, possano finalmente accedere agli edifici per eseguire i sopralluoghi e verificare eventuali danni o manomissioni. Solo dopo aver stabilito una chiara tempistica di inizio lavori sarà possibile procedere con gli sgomberi, in modo da evitare ulteriori occupazioni. La situazione di stallo, pertanto, non può permanere a lungo, poiché coinvolge il futuro di decine di famiglie ancora in attesa di una soluzione abitativa.

Luisa Pizzardi

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