Ultimo aggiornamento il 6 Giugno 2024 by Luisa Pizzardi
Un nuovo episodio di violenza sessuale ha scosso la capitale italiana, esattamente nove anni dopo i precedenti abusi commessi da Simone Borgese, 39 anni, già noto alle forze dell’ordine per altri due stupri avvenuti a Roma. ‘uomo è stato nuovamente arrestato e posto ai domiciliari, nonostante la richiesta della Procura di detenzione in carcere.
Nel 2015, Borgese era stato condannato per lo stupro di una tassista l’8 maggio, e ancor prima nel 2014 per l’abuso di una 17enne in un ascensore. Il 39enne è stato recentemente fermato per un nuovo stupro, sempre a Roma e sempre l’8 maggio, ai danni di una studentessa di 26 anni.
Secondo gli investigatori, Borgese è l’autista che l’8 maggio scorso ha avvicinato la ragazza alla fermata dell’autobus in via della Magliana, chiedendo informazioni stradali per raggiungere il Grande Raccordo Anulare. La studentessa, utilizzando un’App di mappe stradali, ha fornito le informazioni richieste dall’automobilista che, mostrandole il cellulare completamente scarico, l’ha invitata a salire per accompagnarlo. Colta di sorpresa e vedendolo in serie difficoltà, la ragazza si è fidata ed è salita a bordo.
Una volta a bordo, l’uomo le ha preso lo smartphone fingendo di fare un paio di telefonate e ha iniziato a farle avances sempre più insistenti. Poi si è diretto in una zona isolata e avrebbe abusato di lei. Solo dopo le ha restituito il cellulare e l’ha riaccompagnata nei pressi di Villa Bonelli.
“È stato un incubo, non sapevo come uscire da quella macchina. Mi sentivo ed ero in trappola”, ha dichiarato la vittima, ringraziando la polizia per aver trovato il responsabile. La studentessa ha fatto appello a tutte le ragazze che hanno subito abusi: “Non abbiate paura, denunciate”.
Grazie alla descrizione fornita dalla ragazza e all’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, gli investigatori del Distretto San Giovanni sono riusciti a dare un volto e un nome al presunto responsabile, riconosciuto anche dalla ragazza in sede di denuncia. poliziotti le hanno mostrato un album fotografico con alcuni uomini somiglianti a quello descritto e la studentessa non ha avuto dubbi quando ha visto la sua foto.
Borgese è stato rintracciato e arrestato nei giorni scorsi dalla polizia che ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare. ‘uomo finisce così ai domiciliari a meno di tre anni dal ritorno in libertà. Era uscito di cella nel novembre 2021, dopo aver scontato una pena di sette anni nell’istituto di reclusione di Rieti per aver aggredito, abusato e rapinato una tassista. La violenza era avvenuta nello stesso giorno di 9 anni fa quando una normale corsa si è trasformata in un incubo per una tassista romana di 43 anni.
“Sono profondamente sconvolta e indignata per l’episodio di violenza sessuale avvenuto nei confronti di una giovane studentessa della nostra città”, ha dichiarato l’assessora capitolina alle Pari Opportunità, Monica Lucarelli, esprimendo solidarietà alla ragazza e alla sua famiglia. Per l’assessora, lo stupro “è un crimine odioso che lascia cicatrici profonde non solo sulle vittime, ma su tutta la comunità. Nessuno dovrebbe mai sentirsi insicuro o minacciato nella propria città”.
“Roma, il dibattito sulla castrazione chimica riaperto dopo l’ultimo stupro”
‘ultimo episodio di violenza sessuale avvenuto a Roma ha riaperto il dibattito sulla castrazione chimica come misura preventiva per gli autori di reati sessuali. Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, ha dichiarato che “indignarsi non basta” e si augura che “si torni a riflettere seriamente sulla proposta di introdurre per questi casi la castrazione chimica”.
La castrazione chimica è una pratica medica che consiste nella somministrazione di farmaci che riducono il desiderio sessuale. In Italia, la castrazione chimica è prevista come misura alternativa alla detenzione per i condannati per reati sessuali, ma la sua applicazione è stata finora limitata.
Il dibattito sulla castrazione chimica divide l’opinione pubblica italiana. Alcuni ritengono che sia una misura necessaria per prevenire la recidiva dei reati sessuali, mentre altri la considerano una violazione dei diritti umani e una forma di punizione crudele e inusuale.
Il caso di Simone Borgese, condannato per due stupri in passato e recentemente arrestato per un nuovo episodio di violenza sessuale, ha riacceso le discussioni sulla castrazione chimica come misura preventiva per gli autori di reati sessuali. Tuttavia, la decisione finale sulla sua applicazione spetta alle autorità giudiziarie competenti.
In attesa di una soluzione definitiva, le forze dell’ordine continuano a lavorare per prevenire e reprimere i reati sessuali, invitando le vittime a denunciare e offrendo loro il sostegno necessario per superare il trauma subito.