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Roma si unisce alla rete “Città del Formaggio”: un riconoscimento per l’eccellenza casearia

La Capitale italiana, Roma, è stata ufficialmente inserita nella rete “Città del Formaggio”, un importante progetto promosso dall’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio . Questo traguardo celebra la tradizione gastronomica romana, unendo la città ad altre 24 realtà attraverso la valorizzazione della produzione casearia locale. Fino ad oggi, nel Lazio, solo i comuni di Bracciano e Picinisco avevano ottenuto questo prestigioso riconoscimento.

Roma e il suo ingresso nella rete

La notizia dell’inclusione di Roma nella rete “Città del Formaggio” è stata comunicata dall’assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma, Sabina Alfonsi. L’annuncio è avvenuto durante un evento di degustazione di vini e formaggi che si è tenuto il 27 settembre nell’ambito della manifestazione “Terra Madre, il Salone del Gusto” al Parco Dora di Torino. Alfonsi ha sottolineato come questa riconferma dell’identità gastronomica romana rappresenti un’importante opportunità per le aziende locali e un giusto riconoscimento per la qualità dei prodotti caseari del territorio.

L’ingresso di Roma nella rete, che include già comuni con specialità casearie storiche, non è solo una questione di prestigio. Significa anche un impegno concreto nella promozione e valorizzazione della tradizione casearia romana e laziale, che ha radici profonde nella cultura gastronomica del Paese. La città si unisce quindi a una rete che già comprende diverse realtà locali, fortemente legate alla produzione sostenibile e alla conservazione delle tradizioni gastronomiche italiane.

Criteri di adesione alla rete “Città del Formaggio”

La creazione della rete “Città del Formaggio” è stata avviata nel 2020 dalle delegazioni dell’ONAF, con l’intento di promuovere borghi, paesi e città che si distinguono nel panorama dei formaggi italiani. Come specificato nella descrizione ufficiale dell’iniziativa, le città che desiderano entrare a far parte di questa rete devono dimostrare di essere custodi di una tradizione casearia identitaria, rappresentando eccellenze nella cultura gastronomica e nell’economia sostenibile legata alla natura.

Per ottenere il riconoscimento, una delegazione dell’ONAF presenta la candidatura del comune, la quale deve essere approvata con un atto formale che coinvolge sia il presidente nazionale dell’ONAF che il sindaco del comune interessato. La denominazione conferita ha validità annuale, e per mantenere la propria affiliazione è necessario organizzare almeno un evento aperto al pubblico ogni anno, dedicato alla valorizzazione dei formaggi locali.

Questo procedimento non solo garantisce che le città mantengano una continua attitudine alla valorizzazione delle loro specialità casearie, ma stimola anche un dialogo attivo tra i produttori e il pubblico, promuovendo il consumo consapevole e la conoscenza delle tradizioni gastronomiche locali.

Bracciano e Picinisco: le altre città del formaggio nel Lazio

Prima dell’ingresso di Roma, solo due comuni laziali avevano fatto parte della rete “Città del Formaggio”, ovvero Bracciano e Picinisco. Bracciano è nota per il suo impegno nella riscoperta e valorizzazione di prodotti caseari storici, come il Pressato a mano e il Caciofiore di Columella, che viene considerato l’antenato del più famoso Pecorino Romano. La cooperazione tra allevatori e produttori locali ha permesso di rilanciare queste tradizioni, facendo di Bracciano un esempio virtuoso di eccellenza gastronomica.

D’altra parte, Picinisco, situato nella Valle del Comino in provincia di Frosinone, si distingue per il suo Pecorino locale a marchio Dop. La sua inclusione nella rete testimonia l’importanza della tradizione casearia locale e della produzione di formaggi di alta qualità in contesti geograficamente specifici. Entrambi i comuni si stanno affermando come poli di attrazione gastronomica e culturale, contribuendo così a valorizzare ulteriormente l’immagine del Lazio come territorio ricco di storia e sapori.

Roma, quindi, si appresta a seguire le orme di queste due realtà, portando con sé tutto il patrimonio culturale e gastronomico che la definisce e puntando a fare della città un punto di riferimento nel panorama delle “Città del Formaggio”.

Giordana Bellante

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