Il Tar del Lazio annulla l’aumento delle tariffe ZTL voluto da Gualtieri per i bus turistici in vista del Giubileo: il provvedimento è giudicato privo di fondamento giuridico.
Con una decisione che potrebbe fare scuola, il Tar del Lazio ha stabilito che l’aumento dei costi ZTL per i bus turistici in vista del Giubileo 2025 è illegittimo. Il provvedimento, voluto dal sindaco ROBERTO GUALTIERI in qualità di commissario straordinario, è stato impugnato da diversi operatori del settore, che hanno ottenuto piena ragione. Il Tar ha rilevato l’assenza di una base normativa chiara: per variare le tariffe sarebbe stato necessario un decreto del Ministero delle Infrastrutture, mai emanato.
Secondo la sentenza, il Comune di Roma ha adottato un provvedimento sproporzionato e senza preavviso, colpendo una delle poche soluzioni praticabili per la mobilità urbana durante eventi eccezionali: il trasporto collettivo turistico. Gli autobus con conducente, già penalizzati da mancanze logistiche, si sono ritrovati a sostenere costi maggiorati senza alternative, mentre Roma Capitale non ha provveduto a realizzare parcheggi di scambio, aree di sosta o navette dedicate.
Il Tar ha accolto anche la questione di legittimità sollevata in una precedente interpellanza parlamentare: Gualtieri ha agito oltre i limiti imposti dal suo ruolo, senza i necessari atti ministeriali. Si tratta, scrive il tribunale, di un utilizzo improprio dei poteri commissariali, che ha finito per danneggiare in modo diretto aziende e lavoratori del turismo. Il verdetto è chiaro: nessuna autorità può scavalcare la legge, nemmeno con l’alibi dell’emergenza.
Con questa decisione, il Tar ha acceso i riflettori su un problema ben più ampio: l’impreparazione della città di Roma davanti al Giubileo 2025. Mancano piani concreti per la mobilità sostenibile, manca una rete efficiente per accogliere i flussi turistici, e manca soprattutto un vero dialogo con i professionisti del settore. Se l’amministrazione non invertirà la rotta, il Giubileo rischia di trasformarsi in un’occasione mancata, con ricadute economiche e sociali pesanti. La sentenza, oggi, offre almeno una direzione chiara: le regole non si possono riscrivere per decreto.
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