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Romaeuropa Festival inaugura la 39esima edizione con Merce Cunningham e Christos Papadopoulos

L’apertura del Romaeuropa Festival 2023 segna un momento di grande intensità culturale, unendo generazioni di danzatori e coreografi in un’affascinante celebrazione della danza contemporanea. Con oltre venti anni di differenza, le opere di Merce Cunningham, avanguardista della danza moderna americana, e Christos Papadopoulos, astro nascente della scena choreografica internazionale, si intrecciano in una riflessione profonda sul movimento del corpo, segnando un dialogo tra tecnologia e natura.

Un’affascinante apertura al Teatro dell’Opera

Il Teatro dell’Opera di Roma ha fatto da cornice all’inaugurazione del festival il 4 settembre, dove il Ballet de l’Opéra de Lyon, guidato dal talentuoso Cédric Andrieux, ha incantato il pubblico con l’accoppiata di coreografie di due grandi nomi della danza. La performance ha esordito con Biped, un pezzo iconico del 1999 creato da Merce Cunningham, proseguendo con Mycelium, il lavoro più recente di Christos Papadopoulos, commissionato dallo stesso Ballet per quest’anno. Questo connubio di opere ha offerto al pubblico uno sguardo profondo sull’evoluzione della danza e le sue sperimentazioni artistiche.

Biped ha catturato l’essenza della danza moderna americana, con la sua profonda connessione con le tecnologie digitali emergenti. Cunningham, scomparso nel 2009, ha influenzato profondamente la scena coreografica, esplorando il potenziale della danza attraverso il filtro della tecnologia e della multimedia. L’opera, con le sue ramificazioni poetiche, invita il pubblico a esplorare le dimensioni sensoriali del movimento, evidenziando le interazioni tra corpi e spazio.

D’altro canto, Mycelium di Papadopoulos si è rivelato un’opera di grande freschezza, incentrata sull’analogica ma straordinaria rete di connessioni che esiste nel mondo naturale. La coreografia richiama l’idea di comunità organiche, esprimendo la necessità di connessione tra individui all’interno di un sistema complesso, simile al modo in cui i funghi si collegano con la flora circostante.

Un viaggio sensoriale tra danza e musica

L’interpretazione del Ballet de l’Opéra de Lyon è stata un vero e proprio viaggio sensoriale, unendo le note del compositore Gavin Bryars, che ha collaborato con Cunningham dopo la morte di John Cage, e le innovative sonorità del compositore greco Coti K., creando una fusione perfetta tra musica e movimento. Bryars ha saputo arricchire l’universo coreografico di Cunningham con un sapiente uso di orizzonti sonori, mentre Coti K., con le sue composizioni, ha trasdotto l’essenza del mycelium nella danza, facendo vibrare le anime e gli spiriti dei danzatori all’unisono con le loro creazioni musicali.

Durante la performance, gli ologrammi e le proiezioni digitali hanno ampliato l’esperienza visiva, rendendo il palco un ecosistema vibrante. L’effetto è stato ipnotico, mentre i ballerini si muovevano in perfetta sincronia e si integravano in un’unica entità, evocando immagini di stormi di uccelli e di un’armonia intrinseca che permea la natura.

Il pubblico ha dimostrato di essere estremamente coinvolto, esprimendo il proprio entusiasmo con calorosi applausi e standing ovation, confermando l’attesa per le repliche della serata successiva e l’importanza di questo evento nella stagione culturale romana.

La rivisitazione della danza contemporanea

L’assegnazione a Christos Papadopoulos di Mycelium rappresenta un riconoscimento significativo per il giovane coreografo, le cui opere stanno ridefinendo le attese della danza contemporanea. Sotto la direzione artistica di Cédric Andrieux, già membro della compagnia di Cunningham dal 1999 al 2007, il Ballet de l’Opéra de Lyon ha potuto esplorare in profondità l’eredità del maestro, incanalando la sua influenza nella creazione di nuove opere. Questo festival non solo tributa il genio di Cunningham, ma accoglie fervidamente i neologismi creativi introdotti da artisti come Papadopoulos, preparando il terreno per una danza del futuro che continua a scintillare e a sorprendere.

Il Romaeuropa Festival si conferma quindi un palcoscenico imprescindibile per la danza contemporanea, dove passato e presente si intrecciano, creando un futuro radioso per gli artisti e il loro pubblico. La rivisitazione delle opere di Cunningham, unite all’innovazione di trendsetters come Papadopoulos, simbolizza una continuità culturale che si evolve e si arricchisce di significato, tanto nel panorama artistico quanto nell’immaginario collettivo.

Luisa Pizzardi

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