Sacile interrompe la storia della sagra dei Osei: allevatori in sciopero contro i sequestri - Occhioche.it
Un evento che affonda le radici nella tradizione italiana ha subito una battuta d’arresto questa mattina a Sacile, in provincia di Pordenone. Gli allevatori, riuniti per la storica “Sagra dei Osei”, hanno scelto di non aprire le gabbie dei loro uccelli, bloccando così l’inizio del concorso canoro più antico d’Italia. La decisione è stata presa quale protesta contro l’aumento dei sequestri di volatili da parte delle forze dell’ordine durante eventi ornitologici, una situazione che ha suscitato forte malcontento tra gli appassionati e gli allevatori di tutta Italia.
La “Sagra dei Osei” di Sacile ha una lunga e affascinante storia che risale a 751 anni fa. Questa manifestazione, dedicata agli amanti dell’ornitologia, attira ogni anno migliaia di visitatori, rendendola una delle più importanti fiere di settore in Italia. Durante l’evento, gli allevatori hanno l’opportunità di esporre i loro uccelli e di partecipare a un concorso canoro, dove le migliori cantanti tra gli uccelli vengono premiate. La sagra rappresenta non solo un momento di incontro per appassionati e professionisti, ma è anche un’occasione per promuovere la cultura e la cura degli uccelli.
Nonostante il suo prestigio, quest’anno la sagra ha subito un’importante interruzione. Gli allevatori, provenienti da ogni angolo del Paese, hanno scelto di manifestare il loro dissenso non solo nei confronti dei sequestri, ma anche per rivendicare una dignità professionale spesso messa in discussione durante i controlli effettuati dalle autorità.
La decisione di non aprire le gabbie e di non partecipare al concorso è stata intrapresa da una sessantina di allevatori. Questi, visibilmente delusi e frustrati, hanno sottolineato di sentirsi trattati come criminali a causa delle normative recenti che regolano il settore ornitologico. I sequestri di uccelli durante le fiere e i controlli serrati delle forze dell’ordine hanno creato un clima di paura e insicurezza tra gli allevatori, che vedono compromessa la loro passione e il loro lavoro.
Lorena Bin, presidente della Pro Sacile, ha espresso la sua solidarietà verso i manifestanti, descrivendo la situazione come un segnale forte a livello nazionale. La sagra non è solo un’importante manifestazione culturale, ma anche un simbolo della lotta per i diritti di chi dedica la propria vita alla cura degli uccelli. La presidente ha auspicato che questo gesto possa rimanere impresso nella memoria collettiva e portare all’attenzione le problematiche che gli allevatori affrontano quotidianamente.
Con il blocco del concorso canoro, la Sagra dei Osei di Sacile si trova di fronte a una sfida senza precedenti. Gli allevatori sperano che la loro protesta possa portare a un cambiamento significativo nelle norme che regolano il settore. Nonostante le difficoltà, è evidente che la passione per l’ornitologia rimane viva e forte tra gli appassionati. Essi continuano a richiedere un dialogo costruttivo con le istituzioni per mettere in evidenza l’importanza di tutelare sia gli uccelli sia chi si prende cura di loro.
L’emozione di questo evento, purtroppo segnata dalla protesta, ricorda a tutti il prezioso legame tra l’uomo e la natura. Per gli allevatori, la sagra è più di una semplice competizione: è un modo per celebrare la loro passione, educare il pubblico e promuovere la biodiversità. La speranza è che le prossime edizioni possano tornare a riflettere il vero spirito di questa storica manifestazione, che ha regalato gioia e cultura per più di sette secoli.
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