Salvini difende la sicurezza del paese contro Open Arms - avvisatore.it
Il vicepremier italiano, Matteo Salvini, ha tenuto un’autodifesa di 59 minuti nel processo Open Arms a Palermo, in cui è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. Ha sostenuto che le politiche migratorie del governo giallo-verde erano condivise da tutto l’esecutivo e che durante il suo mandato come ministro dell’Interno non si sono verificati decessi in mare. Ha affermato che gli sbarchi si sono ridotti del 90% e ha difeso la sua azione per la difesa della sicurezza nazionale e la salvaguardia della dignità del paese. Ha sottolineato che non si è mai rifiutato di far sbarcare migranti in situazioni sanitarie particolari e che nel caso Open Arms era stato rassicurato che non c’erano emergenze a bordo.
Durante l’udienza del processo Open Arms a Palermo, Matteo Salvini ha tenuto un’autodifesa spontanea, sottolineando che le politiche migratorie del governo giallo-verde erano condivise da tutto l’esecutivo. Ha affermato di aver agito in conformità alle indicazioni europee e ha difeso la sua decisione di non concedere il Pos (porto sicuro) alla nave Open Arms prima di aver ottenuto un accordo con gli altri paesi europei sulla redistribuzione dei migranti. Ha ribadito che la sua azione era finalizzata alla tutela della sicurezza nazionale e ha evidenziato che durante il suo mandato come ministro dell’Interno non si sono verificati eventi luttuosi in mare.
Matteo Salvini ha affermato di aver svolto un servizio utile al paese, riducendo gli sbarchi del 90% e contrastando il traffico di esseri umani. Ha sottolineato che la sua politica migratoria era finalizzata a salvare vite e a contrastare il terrorismo. Ha difeso la sua decisione di non far sbarcare la nave Open Arms, sostenendo che la situazione a bordo non rappresentava un pericolo imminente. Ha inoltre evidenziato che la sua azione era in linea con le convenzioni internazionali vigenti e che il governo successivo ha mantenuto lo stesso atteggiamento in materia di immigrazione. Il processo è stato rinviato al prossimo 16 febbraio per sentire il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
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