Ultimo aggiornamento il 25 Settembre 2024 by Redazione
La sanità continua a essere al centro del dibattito pubblico in Italia, con il governo Meloni che cerca di apportare cambiamenti significativi. Tuttavia, il recente provvedimento sulle farmacie dei servizi ha suscitato preoccupazione tra esperti e professionisti del settore, compresi i farmacisti stessi. In questo contesto, Luca Marino, vicepresidente della Sezione Sanità di Unindustria, ha chiesto un tavolo permanente di confronto con il governo per discutere questioni cruciali per la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale.
Il ruolo delle farmacie nel sistema sanitario
Le funzioni tradizionali del farmacista
Le farmacie italiane rivestono un ruolo fondamentale nel panorama sanitario nazionale, offrendo servizi non solo legati alla dispensazione di farmaci, ma anche alla consulenza e all’assistenza ai pazienti. I farmacisti, professionisti altamente formati, sono spesso il primo punto di contatto per i cittadini, rispondendo a domande di carattere medico, gestendo l’automedicazione e promuovendo la salute pubblica. Questa vasta gamma di funzioni ha storicamente contribuito a un sistema sanitario integrato, dove ogni attore ha un ruolo definito e riconosciuto.
I cambiamenti proposti e le preoccupazioni
Tuttavia, con l’introduzione del decreto sulle farmacie dei servizi, si presenta un cambiamento di direzione che potrebbe compromettere questo equilibrio. Marino ha espresso serie preoccupazioni riguardo alla possibilità che i farmacisti, spinti a svolgere nuove funzioni, possano allontanarsi dal loro ruolo tradizionale e rischiare di perdere la fiducia dei cittadini. La mancanza di chiarezza sui compiti e sulle responsabilità dei farmacisti in questo nuovo contesto potrebbe mettere in dubbio la qualità e l’affidabilità dei servizi offerti.
L’equilibrio tra pubblico e privato
Le criticità del sistema attuale
Marino ha sottolineato come il sistema sanitario nazionale abbia sempre trovato forza nell’integrazione tra strutture pubbliche e private. Sebbene le prime siano il fondamento della salute pubblica, il contributo delle strutture private è stato innegabile, specialmente nella riduzione delle liste d’attesa. Tuttavia, la crisi economica e una regolamentazione ferrea hanno portato a una stagnazione nell’uso delle strutture private, rendendo difficile per i cittadini accedere a prestazioni sanitarie tempestive e di qualità.
Dati e performance dei cittadini
Secondo l’Outlook Salute Italia di Deloitte, i cittadini valutano positivamente la sanità privata, assegnandole un punteggio di 7, rispetto a un 6,3 per la sanità pubblica. Questa differenza di percezione segna un forte avvertimento per il governo: è necessario investire nelle strutture private per alleviare la pressione sulle strutture pubbliche. Collegare i budget delle strutture private al numero di prestazioni erogate potrebbe potenzialmente aumentare l’offerta di servizi senza richiedere modifiche legislative. L’efficienza potrebbe tornare ad essere al centro dell’attenzione se le politiche finanziarie supportassero una maggiore integrazione.
Il futuro della sanità italiana: sfide e opportunità
Il nuovo nomenclatore e le sue implicazioni
Un’altra questione spinosa è l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore dal 1° gennaio 2025, che potrebbe portare a riduzioni significative delle tariffe per alcune prestazioni. Questa riforma rischia di destabilizzare ulteriormente le strutture private e di compromettere la disponibilità delle prestazioni essenziali per i cittadini. Nonostante le rassicurazioni del governo, Marino segnala una carenza di dialogo reale sul tema, suggerendo che le strutture si troveranno a dover affrontare un tariffario inadeguato e impraticabile.
La necessità di un confronto costruttivo
Marino ha chiesto di sospendere l’introduzione del nuovo nomenclatore e di rivedere il progetto relativo alle farmacie dei servizi, sottolineando la necessità di aggiornare il tariffario già esistente per allinearlo alle innovazioni tecnologiche e alla crescente domanda di assistenza sanitaria. Solo attraverso un impegno concertato e un dialogo aperto tra governanti e professionisti del settore si potrà garantire un futuro sostenibile per il sistema sanitario italiano, rispondendo adeguatamente alle esigenze emergenti della popolazione.