Sgombero dell’ex hotel Cinecittà: oltre 50 nuclei famigliari in difficoltà senza una nuova sistemazione

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Sgombero dell'ex hotel Cinecittà: oltre 50 nuclei famigliari in difficoltà senza una nuova sistemazione - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 27 Settembre 2024 by Giordana Bellante

L’operazione di sgombero dell’ex hotel Cinecittà ha sollevato una questione sociale di grande rilevanza, lasciando nella precarietà diverse famiglie, in particolare quelle composte da donne con figli minori. Dopo l’intervento, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha adottato un’ordinanza per garantire la protezione e il supporto a queste persone vulnerabili. Questo articolo esplora le dinamiche dello sgombero, le misure di emergenza adottate e il coinvolgimento delle istituzioni locali, evidenziando la situazione complessa di chi è rimasto in strada.

Gli sgomberati dell’ex hotel Cinecittà

L’operazione di sgombero ha coinvolto una parte significativa delle persone che occupavano l’ex hotel Cinecittà, un immobile abbandonato. Mentre circa una cinquantina di cittadini sudamericani hanno trovato rifugio in un altro hotel non utilizzato situato in via Silicella a Torre Maura, molti altri sono stati costretti a rimanere in strada. Queste famiglie, spesso già seguite da servizi sociali, si trovano ora ad affrontare una crisi ancora più profonda.

Le testimonianze raccolte sul posto raccontano storie di vulnerabilità. Diverse donne, spesso madri sole, hanno espresso timore per il futuro dei propri figli in un contesto di insicurezza e mancanza di risorse. Le difficoltà materiali e logistiche, amplificate dalla situazione di emergenza abitativa nella capitale, gettano un pesante velo sulla speranza di trovare una soluzione a breve termine. Oltre alla mancanza di alloggio, i soggetti sgomberati frequentemente evidenziano la mancanza di accompagnamento e supporto da parte delle istituzioni, rendendo il panorama ancora più scuro.

Tale situazione è un chiaro esempio di come la crisi abitativa colpisca in modo disproporzionato i gruppi più vulnerabili della società, evidenziando il bisogno di politiche più efficaci che affrontino non solo l’emergenza immediata, ma anche le cause radicate di tali problematiche.

L’ordinanza di Gualtieri

Con l’ordinanza firmata dal sindaco Gualtieri, il Campidoglio ha avviato un’azione decisa per rispondere a questa emergenza. Nel documento si chiarisce che verranno adottate “misure straordinarie e urgenti” per garantire la messa in sicurezza di gestanti, madri con figli minori e persone in stato di vulnerabilità. L’obiettivo principale è quello di fornire una rete di protezione adeguata a chi è rimasto senza un tetto.

La proprietà delle strutture temporanee da destinare all’accoglienza è un aspetto cruciale. La giunta ha evidenziato l’intenzione di attivare un programma di emergenza che prevede l’uso di locali messi a disposizione dai Municipi e dalle organizzazioni di volontariato. Questo approccio è volto a garantire non solo un rifugio immediato, ma anche a facilitare l’inserimento di queste persone in strutture più permanenti e stabili.

Questa ordinanza non è solo una risposta all’urgenza abitativa, ma anche un riconoscimento da parte delle autorità del bisogno di affrontare la questione della precarietà sociale. È un passo importante nell’ambito di un approccio globale orientato verso la tutela dei diritti umani e il supporto ai più vulnerabili.

Coinvolgimento della Protezione Civile

Il coinvolgimento della Protezione Civile è un altro elemento chiave nella risposta all’emergenza generata dallo sgombero. L’assessora alle Politiche Sociali, Barbara Funari, ha dichiarato che il dipartimento è attivamente impegnato a reperire posti disponibili nel circuito di accoglienza. Questo implica un lavoro coordinato tra le diverse istituzioni e le organizzazioni locali per garantire un supporto logistico efficace.

La Protezione Civile non si limita solo alla ricerca di alloggi temporanei, ma fornisce anche un supporto strumentale alle attività di accoglienza emergenziale. Questo approccio multidisciplinare è fondamentale in situazioni di crisi, in quanto permette una gestione più fluida ed efficace delle necessità immediate. Le strutture individuate per l’accoglienza temporanea saranno una boccata d’aria per le famiglie rimaste in strada, dando loro una chance di ricostruire le proprie vite.

Inoltre, l’attivazione di servizi temporanei si prefigge di affrontare non solo l’emergenza abitativa, ma anche eventuali esigenze di salute, istruzione e assistenza sociale. È necessario che il sistema di welfare locale si mobiliti in sinergia per permettere ai soggetti più deboli di trovare non solo un riparo, ma anche un percorso di reinserimento nella comunità.

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