Ultimo aggiornamento il 23 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
Nella mattina di lunedì 23 settembre, Roma ha assistito a un intervento controverso di sgombero delle tende situate in viale Pretoriano e Santa Bibiana. L’operazione, condotta congiuntamente da polizia municipale e di Stato insieme agli operatori di AMA, ha sollevato tensioni all’interno del Partito Democratico e tra le associazioni che si interfacciano con le persone senza dimora. L’azione si colloca in un momento delicato, a pochi mesi dal Giubileo, durante il quale la cura per i più fragili è al centro dell’attenzione pubblica.
Il contesto dello sgombero in viale Pretoriano
L’operazione di sgombero a viale Pretoriano ha gettato nel caos il Partito Democratico, non solo a livello locale ma anche a livello regionale e nazionale. La decisione di Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, di procedere in modo repentino e senza preavviso ha lasciato interdetti alcuni membri del partito e ha suscitato preoccupazioni in merito alla gestione del problema dei senza dimora in città. Questa mossa è considerata da molti come una risposta all’emergere della problematica dei bivacchi che coinvolge in gran parte migranti e persone in difficoltà, prevalentemente di origini africane. Senza alcun preavviso, Gualtieri ha dato il via a un blitz, propedeutico all’installazione di cancellate destinate a impedire nuovi insediamenti, portando con sé l’inevitabile conflitto tra necessità di ordine pubblico e diritti dei più vulnerabili.
L’operazione non ha solo colto di sorpresa il tutto il Pd – allertato solo dal consigliere Mariano Angelucci durante il corso dell’operazione – ma ha anche escluso le parti amministrative competenti, come l’assessora al sociale, Barbara Funari, che ha confermato di non essere stata informata sull’intervento. La sua presenza è stata notata solamente nel pomeriggio, quando ha assicurato che la sala operativa sociale era intervenuta per sostenere le persone sgomberate.
Le reazioni all’interno del Pd e della segreteria nazionale
Le ripercussioni sul Partito Democratico non sono mancate. La coordinatrice della segreteria nazionale, Marta Bonafoni, ha espresso il proprio disappunto riguardo all’operazione di sgombero, etichettandola come “grave e allarmante“. Bonafoni ha affermato che la presenza di particolari misure, come cancellate e sgomberi improvvisi, rappresenta un approccio errato per affrontare la marginalità e il disagio sociale che coinvolge un numero crescente di persone.
Insieme a Bonafoni, un’altra voce critica è stata quella di Emanuela Droghei, consigliera regionale, che ha sottolineato la necessità di non sgomberare senza fornire soluzioni ai senza dimora. Droghei ha richiamato alla necessità di un confronto e di una cooperazione tra istituzioni, associazioni e cittadini per garantire risposte efficaci e umane. La critiche si sono intensificate, suggerendo che l’approccio attuato dal sindaco non rispecchia la storia e la cultura democratica del partito.
Il dibattito sull’accoglienza e sulla gestione dei senza dimora
L’intervento di sgombero ha riacceso il dibattito sull’accoglienza e le politiche destinate ai senza dimora. Diversi membri del Pd, come Yuri Trombetti, presidente della commissione patrimonio, hanno esortato a non esaltare le operazioni di sgombero, ricordando che è fondamentale considerare il Giubileo come un’opportunità per promuovere politiche non solo orientate alle opere pubbliche ma anche alle persone vulnerabili.
Nella stessa linea, la presidente della commissione politiche sociali Nella Converti ha espresso sconcerto nei confronti della modalità di attuazione dello sgombero. Converti ha criticato la mancanza di un piano coordinato e ha messo in evidenza come le persone sgomberate siano state semplicemente ricollocate a breve distanza da dove si trovavano, senza alcuna soluzione concreta per il loro benessere. Questo scenario ha sollevato interrogativi sul modo in cui la città intenda affrontare la questione dei meno fortunati e su quali politiche siano necessarie per garantire un’accoglienza dignitosa.
Di fronte a questa complessa situazione, il prossimo futuro richiederà una riflessione approfondita sulle politiche sociali e sull’umanità che deve caratterizzare qualsiasi intervento sulla marginalità sociale, specialmente in un contesto così significativo come il Giubileo. Qui si pone la sfida di trovare un equilibrio tra necessità di ordine e rispetto dei diritti fondamentali, in un momento storico che chiede azioni di vera inclusione.