Ultimo aggiornamento il 15 Aprile 2024 by Luisa Pizzardi
La sentenza della Corte d’Assise di Roma
Nella sentenza emessa il 19 gennaio scorso, la Corte d’Assise di Roma ha condannato a 20 anni l’ufficiale di Marina Walter Biot, riconosciuto colpevole di spionaggio a fini politici. I giudici hanno evidenziato che l’azione dell’imputato ha arrecato gravi danni agli interessi nazionali e internazionali dell’Italia.
Un’attività spionistica meticolosa
Secondo quanto emerso dalle motivazioni della sentenza, che contano oltre 130 pagine, il capitano di Fregata ha agito con estrema cautela e precisione nella raccolta e trasmissione di informazioni riservate, fino alla consegna dei documenti al diplomatico russo in cambio di compensi finanziari. I giudici sottolineano come tale condotta abbia avuto gravi ripercussioni in un contesto geopolitico delicato, come la crisi in Ucraina e le relazioni tra la NATO e la Federazione Russa.
Una difesa ambigua e inefficace
Nonostante le accuse pesanti, l’imputato ha scelto di non fornire spiegazioni esaustive durante l’interrogatorio e il dibattimento processuale, limitandosi a negare il possesso di informazioni sensibili dell’Alleanza Atlantica. I magistrati hanno criticato tale atteggiamento, definendolo come un abuso delle proprie funzioni e un’omissione nel fornire chiarimenti fondamentali per la sua difesa.