Stabilità del mercato dell’Asti Docg nel primo semestre: vendite consolida e mercati emergenti

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Stabilità del mercato dell'Asti Docg nel primo semestre: vendite consolida e mercati emergenti - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 4 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi

L’andamento del mercato dell’Asti Docg nel primo semestre del 2023 mostra segni di stabilità, nonostante le sfide globali che affliggono il settore vinicolo. Il Consorzio ha appena presentato i dati ad Asti, rivelando che la produzione annuale si mantiene costante, con un’uscita di circa 90-100 milioni di bottiglie. Gli eventi recenti offrono uno spaccato interessante sullo stato attuale di questa storica denominazione piemontese, evidenziando sia le aree di crescita che quelle di contrazione.

Il bilancio produttivo nel primo semestre

Stabilità nelle produzioni di Asti e Moscato

Secondo quanto comunicato dal Consorzio, il primo semestre del 2023 si chiude con un imbottigliato totale di 43,5 milioni di bottiglie, esattamente in linea con i dati dello scorso anno. Tuttavia, il bilancio evidenzia una variazione interna significativa: il segmento dell’Asti Spumante ha registrato una contrazione del 6% arrivando a 26,7 milioni di bottiglie, mentre il Moscato d’Asti ha mostrato una ripresa notevole, con un incremento del 12%, che corrisponde a 16,8 milioni di bottiglie. Questo segnale di vitalità per il Moscato d’Asti rappresenta una ripresa dopo le difficoltà affrontate nel corso dell’anno precedente.

La diversificazione produttiva risulta fondamentale per la sostenibilità di questi volumi. Secondo i dati elaborati dalle oltre 1000 aziende socie del Consorzio, che rappresentano l’80% della produzione totale, la stabilità raggiunta è una notizia positiva considerando le attuali incertezze del mercato globale. Nella presentazione, il presidente del Consorzio, Stefano Ricagno, ha sottolineato che questa situazione di galleggiamento, sebbene non ottimale, deve essere vista come un segnale rassicurante.

Vendite in Italia e all’estero

Per quanto riguarda le vendite totali di quest’ultimo semestre, il bilancio è stato altrettanto positivo con un incremento dello 0,4%, equivalente a circa 34,1 milioni di bottiglie. Questo dato, che segna una certa resistenza del mercato, offre nuova linfa vitale in un contesto caratterizzato da incertezze economiche e cambiamenti nel comportamento dei consumatori.

I dati venduti mostrano che l’Italia rimane un mercato fondamentale per l’Asti Docg, ma anche l’estero inizia a rappresentare un’opportunità considerevole. Questa tendenza suggerisce che i produttori stanno iniziando a esplorare meglio le opportunità nel mercato globale, un passo fondamentale per mantenere la competitività.

Apertura verso mercati emergenti

Crescita del Moscato d’Asti in Asia

Un punto da sottolineare riguarda l’attenzione verso i mercati emergenti, in particolare la crescita del Moscato d’Asti in Asia. Le vendite di questo vino nell’area asiatica hanno ormai raggiunto oltre il 15% del totale dell’export, un dato significativo che testimonia l’interesse crescente per i vini spumanti italiani in questi mercati. Questa espansione è di ben quattro volte superiore alla quota di mercato che l’Italia ha in Asia, segnando un importante passo avanti per la denominazione.

Il Consorzio ha lavorato attivamente per promuovere l’Asti Docg nel continente asiatico, ritenuto un mercato chiave per il futuro. Le strategie di marketing e le iniziative di promozione mirate hanno contribuito a costruire una brand awareness sempre più forte per il Moscato d’Asti.

Asti Spumante e mercati dell’Est Europa

Anche l’Asti Spumante ha trovato una nuova dimensione nei mercati dell’Est Europa, inclusa la Russia. Qui, le vendite sono cresciute al punto da rappresentare il 46% delle vendite totali, un dato di tutto rispetto rispetto alla media nazionale del 12% per l’intera macroregione. Questa performance evidenzia non solo un’opportunità di crescita, ma anche la necessità per i produttori italiani di investire in connessioni e relazioni in queste aree.

Stefano Ricagno ha affermato che la vera sfida ora è quella di mantenere i volumi di vendita senza compromettere il valore del prodotto. Ciò implica un equilibrio delicato tra quantità e qualità, creando un portafoglio di offerte che attragga i consumatori senza sacrificare l’artigianalità e l’autenticità che caratterizzano l’Asti Docg.

Con l’ottimismo che caratterizza i recenti risultati, l’Asti Docg si prepara a scrivere il prossimo capitolo della sua storia nel mondo del vino, esplorando nuove frontiere e rafforzando l’identità di una denominazione che ha segnato la cultura enologica piemontese.

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