Stato di emergenza al Cpr di Ponte Galeria: denuncia di abuso e grave desolazione

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Stato di emergenza al Cpr di Ponte Galeria: denuncia di abuso e grave desolazione - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 9 Settembre 2024 by Giordana Bellante

Il Centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria è al centro di un acceso dibattito sulla condizione disumana dei migranti trattenuti al suo interno. Recenti ispezioni hanno portato alla luce una serie di eventi inquietanti, culminati in un tentativo di suicidio che ha sottolineato la necessità di riforme immediate. Aboubakar Soumahoro, deputato e attivista per i diritti umani, ha vissuto in prima persona la drammatica situazione, mettendo in evidenza le violazioni e le inefficienze dell’istituto.

Una visita inquietante: il racconto di Aboubakar Soumahoro

Durante la sua quinta ispezione al Cpr, Aboubakar Soumahoro ha vissuto una giornata drammatica. Mentre raccoglieva le testimonianze dei migranti sul loro stato di detenzione, un ragazzo si è avvicinato a lui in preda al panico, segnalando che un uomo stava tentando di togliersi la vita. Soumahoro non ha esitato, seguendo il giovane correndo attraverso i corridoi della struttura fatiscente. “Ero incredulo, ma la situazione necessitava un intervento immediato,” ha dichiarato, descrivendo il quadro angosciante in cui si trovava.

Una volta raggiunto il bagno, si è trovato di fronte a una scena drammatica: un uomo penzolava, con un lenzuolo attaccato a una finestra. Il deputato ha subito allertato il direttore del Cpr e, insieme ad altre persone presenti, ha tentato di salvare il migrante. “L’abbiamo portato nel cortile esterno, abbandonato su materassi in condizioni critiche,” ha spiegato Soumahoro. Le sue dichiarazioni pongono l’accento sulla gravità della situazione all’interno del Cpr, un luogo che dovrebbe garantire dignità e rispetto, ma che si è trasformato in un ambiente opprimente.

I tempi di intervento: un’ambulanza che arriva in ritardo

L’attesa per l’ambulanza ha aggiunto ulteriore angoscia alla scena. Soumahoro ha raccontato che, nonostante la gravità della situazione, l’ambulanza è tardata quasi un’ora. Durante quel momento, l’attesa sembrava interminabile. “Non c’era nemmeno una barella. La dottoressa è arrivata dopo cinque minuti, ma ci vorrà tempo prima che l’uomo venga caricato e portato in ospedale,” ha affermato il deputato. Le condizioni del migrante erano critiche: non rispondeva e sembrava essere in stato di incoscienza.

La testimonianza di Soumahoro rivela carenze gravi nella gestione della salute all’interno della struttura, dove i protocolli sanitari appaiono trascurati e le risorse insufficienti. Questo caso mette in luce non solo il dibattito sulla legalità dei Cpr, ma anche sulla necessità di garantire standard minimi di sicurezza e benessere per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro situazione immigratoria.

Condizioni disumane e violenze nel Cpr

La situazione all’interno del Cpr di Ponte Galeria non è stata isolata. Soumahoro ha denunciato un clima di violenza e degrado che pervade la struttura. “Ho raccolto testimonianze di violenze tra le forze dell’ordine e i migranti. Un trattenuto è stato picchiato a sangue per ragioni incomprensibili,” ha affermato il deputato. Racconti di abusi e maltrattamenti emergono regolarmente, rivelando una realtà inquietante per coloro che sono già vulnerabili.

Inoltre, le condizioni igieniche e alimentari sono state messe in discussione. Soumahoro ha menzionato un caso di un migrante diabetico che non riceveva cibo adeguato per tre giorni. Le testimonianze parlano anche di altre persone con problemi di salute non assistite, evidenziando come il sistema di accoglienza non riesca a garantire neanche le necessità basilari per la sopravvivenza.

Il Cpr si trasforma quindi in un luogo di tortura sottile, che provoca traumi non solo fisici ma anche psicologici. Gli individui rinchiusi al suo interno vivono un’esperienza di desolazione che mette in discussione le politiche di immigrazione italiane.

L’emergenza della detenzione e le storie personali

Nella struttura di Ponte Galeria, già affollata e in condizioni precarie, Soumahoro ha riscontrato la presenza di 73 persone, molte delle quali originarie di Paesi come NIGERIA, MAROCCO e FILIPPINE. Tra loro, si è ritrovato a parlare con un giovane ragazzo italiano di 24 anni, nato da genitori stranieri, ma privo di documenti che ne garantiscano la cittadinanza. Questa anomalia ha sollevato preoccupazioni, esponendo una gravità composta di legami familiari e identità.

Il deputato ha ribadito l’urgenza di affrontare il problema dei Cpr, definendoli “anomia di Stato.” La sua richiesta è chiara: è necessario chiudere strutture come quella di Ponte Galeria, che sembrano operare al di fuori delle normali garanzie legali. Con il passare degli anni, le denunce accumulate da Soumahoro e altri attivisti mettono in evidenza la fragilità del sistema e la necessità di rivedere radicalmente le politiche migratorie italiane.

In un momento in cui l’attenzione verso i diritti dei migranti è cruciale, la realtà dei Cpr continua a essere un tema divisivo e dolente. Le storie che emergono da questi centri di detenzione rappresentano non solo le esperienze individuali dei migranti, ma anche un fallo rosso su un sistema che spesso omette di garantire dignità e rispetto umano.

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