Ultimo aggiornamento il 4 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi
Un tragico episodio ha scosso Paderno Dugnano, dove un adolescente di 17 anni ha confessato di aver assassinato il proprio fratello di 12 anni e i genitori. Nel cuore di questa drammatica vicenda emerge la figura del nonno materno, che si è espresso attraverso il suo avvocato riguardo al desiderio di sostenere il nipote in questo momento difficile.
Il dramma familiare
La confessione e il dolore del nonno
In un clima di profonda sofferenza, il nonno del minore, tramite l’avvocato Amedeo Rizza, ha rivelato di voler rimanere accanto al nipote. “Soffro per la perdita di mia figlia, ma non abbandono mio nipote, voglio restare accanto a lui”, ha dichiarato. Le sue parole esprimono un affetto incondizionato, nonostante la tragedia che ha colpito la famiglia. La motivazione alla base degli atti del giovane rimane avvolta nel mistero: “Non so perché l’ha fatto, ma nonostante il dolore per queste perdite vogliamo incontrarlo al più presto”.
Questo incontro familiare dovrà aspettare l’udienza di convalida dell’arresto, programmata per il giorno successivo presso il carcere minorile Beccaria di Milano. La pena prevista schiude uno scenario complicato per questa famiglia, ora segnata da un lutto inaccettabile e da una situazione di grave crisi psicologica e sociale.
Le parole del 17enne
Il ragazzo ha manifestato il forte desiderio di vedere il nonno, esprimendo il rimorso e la sorpresa per le proprie azioni: “Voglio vedere il nonno. Mai avrei pensato di poter arrivare a uccidere… so che non posso tornare indietro”. Tali dichiarazioni sono state rilasciate durante un primo colloquio con il suo legale, il quale ha sottolineato come il giovane abbia ripercorso quanto già condiviso con i carabinieri e i pubblici ministeri. Tuttavia, la causa del gesto rimane indefinita, lasciando un punto di domanda aperto su quale sia stato l’impulso scatenante di una tragedia familiare così devastante.
Il percorso giuridico e psicologico
L’udienza di convalida e i primi incontri psicologici
In attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari, il giovane è attualmente ospitato presso una struttura di prima accoglienza per minori, dove ha già incontrato psicologi specializzati. Parlando del suo stato emotivo, l’avvocato ha discusso del fatto che, sebbene il 17enne si stia rendendo conto della gravità delle sue azioni, “non è corretto dire che era lucido in quel momento”.
Il legale ha promesso di chiarire meglio le dinamiche che hanno portato a questo crimine nelle sedi opportune, facendo presente che non può essere sostenuta l’idea di una premeditazione. Le indagini continuano e il supporto psicologico offerto al minore potrebbe rivelarsi cruciale per comprendere il turbamento interiore che lo ha spinto a compiere un gesto così estremo.
Il ruolo dei professionisti nella gestione del caso
Il team di professionisti coinvolto nella gestione del caso sta esaminando le variabili psicologiche e sociali utilizzando metodologie adeguate per lavorare con il giovane. La consapevolezza delle sue azioni è costantemente affrontata durante le sedute, con l’obiettivo di aiutarlo a comprendere non solo il proprio comportamento, ma anche a intraprendere un percorso di recupero personale. Questo approccio integrato è fondamentale per dare al minore un’opportunità di affrontare le sue sofferenze e il vuoto lasciato dalle perdite recenti.
La complessità di questa tragica vicenda mette in luce la dimensione umana e sociale dei drammi familiari, richiedendo un’attenzione particolare a tutte le parti coinvolte, comprendendo anche supporto e assistenza per chi resta.
