Strage di Vergarolla: il ricordo di vittime innocenti e eroi, in un momento cruciale per l'Italia - Occhioche.it
Il 18 agosto 1946 rappresenta una data tragica nella storia italiana, culminando nella strage di Vergarolla, un evento che ha segnato profondamente la comunità italiana e il contesto sociale dell’epoca. Recentemente, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha richiamato l’attenzione su questo drammatico episodio, evidenziando la necessità di mantenerne viva la memoria collettiva. Questo articolo esplorerà la storia della strage, enfatizzando le sue implicazioni storiche e culturali.
La strage di Vergarolla si verificò il 18 agosto 1946 sulla spiaggia omonima, situata vicino a Pola, che all’epoca faceva parte della Jugoslavia. Circa un centinaio di persone, per lo più italiani, lasciarono il mondo in quel giorno fatale, di cui una parte consistente erano bambini. L’esplosione di ordigni, designati per creare panico e intimidazione, colpì una comunità già segnata dalle ferite della guerra.
Sangiuliano ha etichettato questi avvenimenti come un “crimine terribile” e ha sottolineato come, a distanza di anni, non siano stati identificati i colpevoli. Ciò dimostra come, nel clima postbellico, la tensione tra comunità fosse palpabile e come episodi di violenza rappresentassero tentativi di espulsione e intimidazione degli italiani residenti in Istria. Questo avvenimento non solo segnò la vita di molte famiglie ma anche l’inizio di un drammatico esodo migratorio che influenzò la demografia della regione.
Dopo la strage di Vergarolla, e in seguito con il trattato di pace di Parigi del 1947, si assistette a un fenomeno di quasi totale abbandono delle terre da parte degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia. Circa 250.000 italiani furono costretti a lasciare i loro affetti e le proprie case, creando una diaspora che ha lasciato segni indelebili nella cultura italiana e nell’identità di chi è rimasto. Sangiuliano ha messo in luce come “la memoria di questi eventi sia stata strappata dalle pagine del libro della storia d’Italia”, indicando l’urgenza di un’operazione di recupero e valorizzazione.
Oggi, il ministro Sangiuliano ribadisce che è fondamentale inserire la strage di Vergarolla nella memoria collettiva degli italiani, specialmente in un contesto di rinnovata amicizia con la Croazia. La lotta per la memoria storica è una battaglia che va oltre il riconoscimento; è una questione di giustizia e di dare dignità alle vittime. A tal fine, annunciando l’implementazione di una serie di iniziative culturali, il ministro sottolinea che è stato avviato il progetto di un Museo Nazionale del Ricordo, dove eventi come la strage di Vergarolla verranno approfonditi e raccontati.
Un altro aspetto cruciale da non dimenticare è il sacrificio del medico Geppino Micheletti. Durante l’esplosione, Micheletti, chirurgo dell’ospedale di Pola, rimase sul posto per soccorrere i feriti, nonostante avesse ricevuto la devastante notizia della morte dei suoi due figli, presenti sulla spiaggia al momento della tragedia. La sua dedizione e il suo coraggio rappresentano non solo una testimonianza di umanità ma rispecchiano lo spirito di una comunità che, nonostante le avversità, ha cercato di ricostruirsi.
Entro breve, verrà firmata una convenzione per una mostra dedicata al confine orientale, che si terrà presso il Vittoriano. Questa iniziativa, parte di un progetto più ampio, mira a sensibilizzare il pubblico sul significato della storia tragica di quell’epoca. Inoltre, sono stati stanziati fondi per ampliare il centro di documentazione del monumento nazionale della Foiba di Basovizza, un altro luogo simbolo della memoria italiana.
Il Consiglio dei ministri ha già approvato l’istituzione di un Museo dedicato al ricordo degli italiani vittime delle atrocità, inclusa la strage di Vergarolla. La recente approvazione unanime del Senato sottolinea l’importanza di questo progetto. La Camera dei Deputati sarà chiamata a esprimersi in merito, ma il segnale è chiaro: l’Italia si sta impegnando a non dimenticare il proprio passato e le sue vittime. A tal fine, il Museo non solo racconterà le atrocità subite, ma sarà anche un luogo di riflessione e dialogo, dove storie come quella di Geppino Micheletti potranno essere raccontate e valorizzate.
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