Ultimo aggiornamento il 4 Giugno 2024 by Giordana Bellante
Contesto: La Corte d’Appello di Caltanissetta si è ritirata in camera di consiglio per emettere la sentenza sul processo relativo al depistaggio delle indagini sulla strage di via ‘Amelio, che provocò la morte del giudice Paolo Borsellino e dei 5 agenti di polizia della sua scorta. tre poliziotti del pool che si occupava degli attentati mafiosi del 1992, il funzionario Mario Bo, l’ispettore Fabrizio Mattei e l’agente Michele Ribaudo, sono accusati di calunnia aggravata dall’aver favorito Cosa Nostra.
Prima parte: ‘accusa e le richieste di condanna
Il pubblico ministero Gaetano Bono e il procuratore Maurizio Bonaccoro hanno richiesto una condanna a 11 anni e 10 mesi per Mario Bo e a 9 anni e 6 mesi per Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Tuttavia, in primo grado, il tribunale aveva escluso l’aggravante mafiosa, dichiarando prescritto il reato di calunnia contestato a Mattei e Bo e assolvendo Ribaudo.
Secondo l’accusa, i tre poliziotti, sotto la direzione dell’ex capo della Mobile Arnaldo La Barbera, ormai deceduto, avrebbero creato una falsa verità sull’eccidio, costringendo Vincenzo Scarantino, un piccolo delinquente della borgata Guadagna, a fornire una ricostruzione non veritiera della fase preparatoria dell’attentato e ad accusare mafiosi che non avevano alcun coinvolgimento con l’autobomba di via d’Amelio.
Seconda parte: Le parole del procuratore generale Fabio ‘Anna
Il procuratore generale Fabio ‘Anna ha definito la situazione come “un tradimento da parte degli apparati dello Stato che non può essere perdonato“, al termine della sua requisitoria. Queste parole riflettono la gravità delle accuse mosse ai tre poliziotti, che avrebbero agito contro gli interessi dello Stato e della giustizia, creando un depistaggio nelle indagini sulla strage di via ‘Amelio.
Il processo in corso a Caltanissetta rappresenta un importante passo nella ricerca della verità sulla strage di via ‘Amelio e sul ruolo che alcuni funzionari dello Stato potrebbero aver avuto nel depistaggio delle indagini. La decisione della Corte d’Appello sarà attesa con ansia da chi cerca giustizia per le vittime dell’attentato e per la comunità intera, che ha il diritto di conoscere la verità su uno dei capitoli più oscuri della storia italiana.
La Corte d’Appello dovrà ora valutare le prove e le argomentazioni presentate dalle parti in causa, per determinare se i tre poliziotti siano colpevoli delle accuse mosse loro e stabilire eventuali condanne. La sentenza di questo processo potrebbe avere importanti implicazioni per la lotta alla mafia e per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, dimostrando che nessuno è al di sopra della legge e che la giustizia deve essere sempre perseguita, anche quando coinvolge rappresentanti dello Stato.