Ultimo aggiornamento il 5 Maggio 2024 by Giordana Bellante
Introduzione:
Un giovane studente italiano di 25 anni, originario di Spoleto, ha subito un arresto particolarmente violento da parte della polizia a Miami, in Florida. Come riportato dal quotidiano online La Nazione, il ragazzo sarebbe stato gettato a terra con il volto premuto sull’asfalto e successivamente portato in carcere. ‘episodio, avvenuto nella notte tra il 24 e il 25 febbraio scorsi, è stato reso noto solo ora che il giovane ha accettato di partecipare a un programma rieducativo disposto dal giudice, evitando così i quattro capi di imputazione a suo carico.
1. ‘arresto violento e la tecnica di immobilizzazione “Hogtie restraint”
Il giovane studente, il cui nome è stato omesso per motivi di privacy, si trova negli Stati Uniti per frequentare un master presso la Florida International University . La notte dell’arresto, dopo aver trascorso del tempo in un locale e aver bevuto alcuni drink, il ragazzo si è ritrovato coinvolto in un alterco con le forze dell’ordine.
Le scene di violenza sono state riprese dalle bodycam indossate dagli agenti, le quali hanno rivelato che il giovane è stato sottoposto alla tecnica di immobilizzazione “Hogtie restraint”. Questa pratica prevede il legare le caviglie di una persona alle manette poste dietro la schiena, lasciando il soggetto in una posizione di forte stress fisico. Secondo quanto riferito, il ragazzo sarebbe stato tenuto in questa posizione per ben 13 minuti.
2. La denuncia della famiglia e le accuse alla polizia
La famiglia del giovane, sconvolta dalle immagini e dalle testimonianze raccolte, ha deciso di denunciare l’accaduto. Secondo la ricostruzione fornita dai familiari, il ragazzo era uscito dal locale in un momento di confusione e avrebbe incontrato la pattuglia della polizia all’esterno. ricordi del giovane sono offuscati, ma la famiglia sostiene che non avrebbe creato alcun problema all’interno del locale, contrariamente a quanto riportato dagli agenti nel verbale di arresto.
In base a quanto affermato dalle forze dell’ordine, il giovane si sarebbe opposto all’arresto e avrebbe resistito agli agenti, comportamenti che hanno portato a quattro capi di imputazione: resistenza a pubblico ufficiale, opposizione all’arresto senza violenza e violazione di domicilio. La famiglia, tuttavia, contesta questa versione dei fatti e sostiene che il ragazzo sia stato vittima di un uso eccessivo della forza da parte della polizia.
3. Il programma rieducativo e la richiesta di giustizia
Il giovane studente italiano ha recentemente accettato di partecipare a un programma rieducativo, il Pre Trial Intervention , che gli consentirà di evitare il processo e la detenzione. Questo programma, generalmente riservato ai reati minori, prevede un percorso di rieducazione e riabilitazione per i partecipanti.
Tuttavia, la famiglia del ragazzo non intende fermarsi qui e desidera sporgere denuncia contro gli agenti responsabili dell’arresto violento. La loro richiesta di giustizia è motivata dalla convinzione che il giovane non abbia commesso alcun reato e che sia stato vittima di un abuso di potere da parte delle forze dell’ordine. La vicenda, ancora in corso di indagine, continua a suscitare scalpore e indignazione sia in Italia che negli Stati Uniti.