Suicidio al carcere di Regina Coeli: il IX caso nel Lazio nel 2023, cresce l'allerta per il sovraffollamento - Occhioche.it
Un nuovo episodio drammatico scuote il sistema carcerario italiano, con un suicidio avvenuto nella VII sezione di Regina Coeli. Un uomo di 31 anni, in attesa di giudizio, ha scelto di togliersi la vita impiccandosi alla porta della sua cella. Questo tragico gesto riaccende l’attenzione sulle condizioni di vita all’interno delle carceri italiane, in particolare nel Lazio, dove la situazione appare sempre più critica. I Garanti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasìa e Valentina Calderone, hanno lanciato un urgente allerta, sottolineando le problematiche legate al sovraffollamento e alla carenza di personale.
Regina Coeli è in una situazione allarmante, con un numero di detenuti che supera significativamente i posti disponibili. Attualmente, si registrano 1.150 detenuti per 628 posti, portando a un tasso di affollamento del 180%, il più alto nel Lazio e tra i più elevati in tutta Italia. La mancanza di personale di sorveglianza è un problema cronico; la “grandissima sorveglianza” di cui godevano i detenuti in situazione di rischio suicidario spesso si riduce a pochi agenti durante il turno notturno. Questo insufficiente supporto mette in evidenza le difficoltà nel garantire la sicurezza e la dignità delle persone detenute.
Il dramma del suicidio di ieri sera rappresenta solo l’ultimo di una lunga serie di eventi tragici nel sistema penitenziario. Con 39 suicidi registrati in Italia dall’inizio dell’anno, di cui due a Regina Coeli, il numero continua ad aumentare. Solo nel 2022, il carcere romano aveva visto cinque episodi di questo tipo, segnalando una preoccupante tendenza. Le autorità locali e nazionali stanno affrontando una situazione non più sostenibile, necessitando interventi efficaci per migliorare le condizioni di vita all’interno delle carceri.
In risposta a queste problematiche, i Garanti Anastasìa e Calderone parteciperanno a una manifestazione indetta per il 16 settembre a Roma, in piazza Cairoli. L’evento, organizzato da Ristretti Orizzonti e altre associazioni, si concentrerà sulla campagna “Direttore, concedimi una telefonata”, che mira a richiedere un incremento delle comunicazioni tra detenuti e familiari. I Garanti desiderano far sentire la voce delle associazioni e del volontariato penitenziario, chiedendo maggiore attenzione alla dignità dei detenuti.
I Garanti hanno riferito l’urgenza di chiudere la VII sezione di Regina Coeli, ribadendo la necessità di ristrutturarla per soddisfare le diverse esigenze delle persone detenute. Secondo Anastasìa e Calderone, la magistratura avrà il compito di investigare in merito a questo recente suicidio, sottolineando che le misure preventive attualmente in atto non bastano. È necessario un cambiamento radicale e non si può continuare a gestire la situazione con approcci superficiali e istituzionali, inadeguati rispetto alla gravità della crisi carceraria.
Stefano Anastasìa ha richiamato l’attenzione sulle promesse fatte dal Ministro Nordio riguardo a una modifica regolamentare che aumentasse le possibilità di comunicazione per i detenuti. Tuttavia, questa proposta non ha soddisfatto le aspettative e, anzi, i recenti segnali indicano un ritorno a modalità di comunicazione più restrittive, inadeguate alle reali esigenze di chi si trova in situazione di detenzione.
Anastasìa ha sottolineato come una maggiore comunicazione tra detenuti e familiari possa influire positivamente sulla salute mentale di chi vive dentro le mura del carcere. Un intervento immediato sulla riorganizzazione delle modalità di comunicazione potrebbe contribuire a ridurre il numero di gesti estremi, incentivando la speranza e il supporto sociale per un contesto così difficile. L’impegno degli enti locali e le discussioni innescate dalle associazioni di volontariato sono fondamentali per garantire l’umanizzazione del sistema penitenziario.
Recentemente, il Consiglio regionale del Lazio ha convocato una riunione interassessorile per coordinare gli interventi a favore della popolazione detenuta. È un passo significativo verso un approccio più integrato e consapevole per affrontare le sfide che il sistema carcerario deve affrontare, seguendo le indicazioni della legge 7 del 2007.
Un’importante iniziativa emersa da questa riunione riguarda l’attivazione di sportelli per i diritti delle persone detenute. Questi sportelli hanno come obiettivo quello di facilitare l’accesso dei detenuti al Garante regionale, consentendo loro di presentare richieste, lamentale o reclami in tempi rapidi. Questo sistema di ascolto e supporto è essenziale per garantire che la voce dei detenuti venga considerata e che le loro esigenze siano affrontate efficacemente.
L’attivazione di tale iniziativa è un riflesso dell’impegno delle autorità locali e delle università nel cercare di risolvere le problematiche legate al trattamento dei detenuti, riconoscendo l’importanza del loro benessere e della loro dignità all’interno del sistema carcerario.
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