Ultimo aggiornamento il 19 Aprile 2024 by Francesca Monti
Introduzione:
La giunta comunale di Sulmona ha recentemente affidato all’avvocato Paolo Colasante del foro di Roma l’incarico di impugnare la sentenza del Tar del Lazio dello scorso 19 gennaio. Quest’ultima aveva respinto il ricorso presentato dal comune peligno sulla costruzione del metanodotto Snam Sulmona-Foligno. La questione è legata alla realizzazione di due opere distinte: la centrale di compressione gas di Sulmona e il metanodotto stesso.
Il contesto e la posizione del Comune:
Il Comune di Sulmona non condivide l’assunto secondo cui l’autorizzazione del metanodotto costituisca già cosa giudicata nell’ambito dei giudizi che hanno interessato la centrale di compressione gas. Secondo l’amministrazione comunale, infatti, si tratta di opere distinte, anche per espressa richiesta della società Snam. Nonostante quest’ultima avesse ottenuto il decreto Via con riguardo ad entrambe le opere, la società ha richiesto lo sdoppiamento del procedimento. Pertanto, i giudizi intervenuti con riguardo alla centrale di compressione non dovrebbero produrre alcun effetto rispetto al metanodotto.
Il ruolo dell’avvocato Colasante e la sua strategia:
‘avvocato Paolo Colasante, esperto in diritto amministrativo, è stato incaricato dal Comune di Sulmona di impugnare la sentenza del Tar del Lazio. La sua strategia si concentrerà sulla distinzione tra le due opere, sottolineando come i giudizi intervenuti sulla centrale di compressione gas non possano influire sulla realizzazione del metanodotto. Inoltre, l’avvocato Colasante cercherà di dimostrare che la società Snam, richiedendo lo sdoppiamento del procedimento, abbia di fatto riconosciuto la distinzione tra le due opere.
Le possibili conseguenze del ricorso:
Il ricorso presentato dal Comune di Sulmona potrebbe avere importanti ripercussioni sulla realizzazione del metanodotto Snam Sulmona-Foligno. Se l’impugnazione avrà successo, infatti, il progetto dovrà essere rivalutato tenendo conto delle specificità del metanodotto e delle eventuali ricadute ambientali e territoriali. ‘altra parte, se il ricorso dovesse essere respinto, il Comune di Sulmona potrebbe trovarsi costretto ad accettare la realizzazione del metanodotto, pur non condividendone le motivazioni e le conseguenze.
In ogni caso, la questione sollevata dal Comune di Sulmona pone l’attenzione sul delicato equilibrio tra lo sviluppo di infrastrutture energetiche e la tutela del territorio e dell’ambiente. La risoluzione del caso potrebbe costituire un precedente importante per future decisioni in materia, sia a livello locale che nazionale.