Oggi prende il via la prima partita della Final Four della Supercoppa Italiana, che quest’anno si svolgerà in Arabia Saudita. A differenza degli anni precedenti, in cui partecipavano solo le due squadre vincitrici dello scudetto e della Coppa Italia, quest’anno ci saranno quattro squadre in competizione: Napoli, Fiorentina, Inter e Lazio. La competizione si svolgerà con semifinali e finale. Il primo match si terrà questa sera alle 20:00 allo stadio Al-Awwal Park Stadium di Riad, e vedrà sfidarsi i campioni d’Italia contro la Fiorentina, finalista dell’ultima Coppa Italia. La partita sarà trasmessa in chiaro su Italia 1 e in streaming su Mediaset Infinity.
Il tecnico della Fiorentina, Vincenzo Italiano, ha dichiarato che l’obiettivo principale della squadra è superare la semifinale e giocarsi il trofeo. È convinto che il Napoli sarà una squadra diversa, forte e campione d’Italia, con molti giocatori di qualità e campioni. Ha affermato: “Sappiamo di affrontare giocatori che sono sempre dei campioni, gente che può vincere le partite. Mi auguro di averla preparata nel migliore dei modi, in campionato l’avevamo davvero approcciata nel modo giusto e sviluppata nel modo migliore”.
Il Napoli dovrà fare a meno di Osimhen, impegnato nella Coppa d’Africa. Durante gli allenamenti, Cajuste ha svolto parte del lavoro in gruppo e parte in modo personalizzato, mentre Demme è stato sottoposto a terapie. Il tecnico Mazzarri spera di poter recuperare almeno il centrocampista svedese, considerando le numerose assenze a centrocampo.
Il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha sottolineato che la Supercoppa italiana non è solo una ricerca di montepremi, ma anche un contributo all’obiettivo della democrazia e del rispetto in tutte le sue forme. Durante la manifestazione Sportabilità, in risposta a una domanda di uno studente sull’organizzazione di tornei di calcio in paesi in cui i diritti umani non vengono rispettati, Abodi ha affermato: “Lo sport è sempre stato uno straordinario strumento di diplomazia ed è stato anche uno strumento capace di sfidare i potenti e i prepotenti nella sua storia. Quindi, se da un lato ci può essere la preoccupazione di andare in luoghi dove la democrazia e i diritti umani non vengono pienamente rispettati, dobbiamo saper cogliere l’altro aspetto: la capacità di illuminare quei luoghi, responsabilizzarli e contribuire all’alfabetizzazione civile. Credo che lo sport e il calcio in particolare possano offrire questa possibilità. Quindi, per quanto posso avere le stesse riserve che hai tu, dobbiamo cercare di non isolare, ma di illuminare, partecipare, sollecitare, sensibilizzare e velocizzare il cambiamento”.
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