Ultimo aggiornamento il 24 Maggio 2024 by Giordana Bellante
La storia di un alpino punito ingiustamente per essersi fermato durante un’esercitazione in montagna a causa di problemi di salute
Un caporalmaggiore alpino del Battaglione Susa è stato recentemente riabilitato dal Tar del Piemonte, che ha annullato la sanzione disciplinare inflittagli dal Comando per essersi fermato durante un’esercitazione in montagna a causa di fastidiose vesciche ai piedi. La sentenza del Tar arriva dopo che il militare aveva presentato ricorso nel 2022.
Il caporalmaggiore, con un ottimo stato di servizio alle spalle, era stato punito con sette giorni di consegna per aver interrotto la marcia dopo meno di cinque chilometri percorsi in circa tre ore. La motivazione della sanzione era che il militare aveva “rifiutato di proseguire dimostrando scarso impegno”. Tuttavia, il problema ai piedi era piuttosto serio, come dimostrato dai certificati medici, e aveva richiesto oltre venti giorni di riposo assoluto.
Il Tar ha dovuto esaminare attentamente la questione per districare una matassa piuttosto ingarbugliata. Da un lato, la colpa del militare era stata “adeguatamente provata”, ma dall’altro i superiori erano a conoscenza del suo stato di salute e lo stesso caporalmaggiore aveva scelto liberamente di prendere parte all’attività, nonostante avesse avuto la possibilità di farsi esonerare. giudici hanno quindi stabilito che la sanzione della consegna, che è una delle più severe , era stata esagerata e poco motivata.
Secondo il Tar, il Comando avrebbe dovuto prendere in considerazione sia i profili oggettivi che quelli soggettivi del caso, al fine di formulare una valutazione più equilibrata del fatto. Inoltre, avrebbe dovuto anche esaminare la carriera del caporalmaggiore, che fino a quel momento era stata caratterizzata da un elevato rendimento e da un grande rispetto per la disciplina.
La sentenza del Tar del Piemonte rappresenta quindi una vittoria importante per il caporalmaggiore alpino, che ha visto riconosciuti i propri diritti dopo aver subito un’ingiusta sanzione disciplinare. Questo caso dimostra anche come sia necessario prendere in considerazione tutti gli aspetti di una situazione prima di prendere decisioni che possono avere un impatto significativo sulla vita e sulla carriera di una persona.
Il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro è un principio fondamentale che deve essere sempre garantito, anche nelle forze armate. In questo senso, la sentenza del Tar del Piemonte rappresenta un importante passo avanti verso la tutela dei diritti dei militari e la promozione di una cultura della sicurezza e del rispetto delle persone all’interno delle forze armate.
Ma cosa significa esattamente la sanzione della consegna per un militare? La consegna è una sanzione disciplinare che consiste nell’obbligo per il militare di rimanere all’interno della caserma per un determinato periodo di tempo. Questa misura ha lo scopo di limitare la libertà personale del militare e di punirlo per un comportamento ritenuto scorretto o lesivo della disciplina. La consegna può essere inflitta per un massimo di 30 giorni e può essere accompagnata da altre sanzioni, come la sospensione dallo stipendio o la decurtazione delle ferie.
Nel caso del caporalmaggiore alpino del Battaglione Susa, la sanzione della consegna era stata inflitta per sette giorni, un periodo di tempo considerevole che ha avuto un impatto significativo sulla sua vita e sulla sua carriera. Tuttavia, grazie alla sentenza del Tar del Piemonte, il militare ha visto la sanzione annullata e ha potuto riprendere il proprio servizio senza macchie sulla propria carriera.
La sentenza del Tar del Piemonte ha anche un valore più ampio, in quanto rappresenta un importante precedente per i casi simili in futuro. La decisione dei giudici sottolinea l’importanza di prendere in considerazione tutti gli aspetti di una situazione prima di infliggere una sanzione disciplinare, in particolare quando si tratta di questioni legate alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Inoltre, la sentenza ribadisce il principio fondamentale della tutela dei diritti dei militari, che devono essere garantiti in ogni circostanza.