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Teatro House di Amos Gitai: un racconto multilingue sulle vite di Gerusalemme Ovest

Uno spettacolo che mescola lingue e culture, il nuovo lavoro teatrale di Amos Gitai, “House”, esplora le storie di abitanti arabi, ebrei, palestinesi e israeliani di una casa a Gerusalemme Ovest, offrendo una riflessione profonda su convivenza e memoria. Presentato al Romaeuropa Festival, questo spettacolo promette di essere un importante incontro artistico tra diverse tradizioni del Medio Oriente.

La trama di “House”: una casa come simbolo di confronto

Il contesto narrativo

“House” di Amos Gitai racconta la storia di una casa situata a Gerusalemme Ovest, un luogo che ha visto passare vite e culture diverse nel corso di un quarto di secolo. La sceneggiatura si sviluppa attraverso interazioni tra gli inquilini, che rappresentano una varietà di identità e culture, inclusi arabi ed ebrei, palestinesi e israeliani. Questo spazio domestico diventa il fulcro di un dialogo più ampio che esplora le complessità delle relazioni nel conflitto israelo-palestinese. Attraverso il linguaggio del teatro, Gitai riesce a dare voce ai ricordi di ognuno, affiancando a parole e storie noi e loro, passato e presente.

Un viaggio multilingue

Lo spettacolo è caratterizzato da un uso ricco di lingue, dall’arabo all’ebraico, dal francese all’inglese, fino allo yiddish. Questa scelta non è solo stilistica ma significa anche creare un’atmosfera di inclusività, riflettendo la diversità della popolazione di Gerusalemme. Ogni lingua porta con sé una storia unica, un’eredità culturale che arricchisce il dialogo artistico e permette agli attori di esplorare le proprie identità attraverso il palcoscenico. La mescolanza di lingue si traduce in melodie e tradizioni musicali diverse, rendendo l’esperienza ancora più coinvolgente per il pubblico.

La presenza di Amos Gitai: un maestro della narrazione contemporanea

Un regista di fama internazionale

Amos Gitai è uno dei cineasti più influenti del panorama contemporaneo, noto per il suo approccio innovativo e il suo impegno nell’affrontare questioni sociali e politiche attraverso il cinema e il teatro. Con la sua pièce “House”, Gitai non fa altro che ribadire la sua volontà di riflettere sulle complessità del cuore del Medio Oriente. Dopo aver già colpito il pubblico con opere come “Yitzhak Rabin” e “Lettere a un amico a Gaza”, Gitai continua a deep-diving in una narrazione che abbraccia la storia viva della sua terra.

Protagonisti illustri

In questo ambizioso progetto teatrale, Gitai ha scelto di dare voce a Bahira Ablassi e a Irène Jacob, due interpreti che hanno già conquistato il pubblico e la critica per il loro talento. Bahira Ablassi, che ha recitato in film acclamati come “Laila in Haifa”, porta con sé una forte connessione con la cultura araba, mentre Irène Jacob, musa di registi celebri come Krzysztof Kieślowski, arricchisce la narrazione con una particolare sensibilità interpretativa. Entrambe le attrici hanno un’importante carriera alle spalle, con premi e riconoscimenti a livello internazionale, che contribuiscono alla potenza espressiva dello spettacolo.

Il festival Romaeuropa: un palcoscenico di eccellenza

Un evento di richiamo

Il Romaeuropa Festival, in corso dal 4 settembre al 17 novembre, rappresenta un’importante piattaforma per la scena artistica internazionale. Con la sua trentanovesima edizione, il festival si propone di promuovere la cultura contemporanea e le pratiche artistiche innovative attraverso un programma variegato che abbraccia teatro, danza, musica e arti visive. L’inserimento di “House” nel cartellone di quest’anno sottolinea l’importanza di affrontare temi complessi e attuali attraverso linguaggi artistici diversi.

Collaborazione tra istituzioni

La presentazione di “House” avverrà al Teatro Argentina, in una coproduzione tra Romaeuropa e la Fondazione Teatro di Roma. Questa collaborazione mette in evidenza l’impegno delle istituzioni italiane nel sostenere le espressioni creative che affrontano tematiche sociali e politiche di rilevanza globale. Attraverso la promozione di opere come quella di Gitai, il festival si propone di stimolare la riflessione e il dialogo tra culture artistiche diverse.

L’attesa per “House” è palpabile, poiché gli spettatori di Roma si preparano a vivere un’esperienza che va oltre il semplice intrattenimento, aprendo una finestra su una realtà complessa e affascinante.

Giordana Bellante

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