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Tensione al carcere di Regina Coeli: incendi e proteste tra i detenuti nella serata del 25 settembre

Nella serata di mercoledì 25 settembre, il carcere di Regina Coeli a Roma è stato teatro di una situazione di emergenza e tensione, culminata in incendi e disordini. Gli eventi hanno avuto inizio poco prima delle 21:00, quando un gruppo di detenuti ha manifestato il proprio malcontento rifiutandosi di tornare nelle proprie celle. Questo atto di protesta ha portato a conseguenze drammatiche, tra cui il rischio di esplosioni e danni strutturali significativi all’interno di una sezione dell’istituto penitenziario.

Dinamica degli eventi: la protesta e i disordini

I motivi dietro la protesta

Secondo le informazioni fornite da fonti sindacali, il malcontento tra i detenuti dell’ottava sezione è esploso in reazione a condizioni che da tempo venivano ritenute insostenibili. Il rifiuto di rientrare in cella ha dato il via a una serie di azioni estreme, come l’accensione di materassi, che hanno provocato fiamme visibili anche all’esterno della struttura carceraria. Le lingue di fuoco hanno attirato l’attenzione dei passanti e delle autorità, amplificando la tensione che si respirava all’interno.

Escalation della protesta

L’incendio non si è limitato ai materassi: i detenuti avrebbero fatto esplodere anche alcune bombolette di gas da campeggio, comunemente utilizzate in contesti di cucina. Questo ha contribuito al deterioramento delle condizioni di sicurezza nella struttura, rendendo necessaria l’intervento delle forze di polizia. Le autorità competenti hanno inviato rinforzi da altri istituti penitenziari di Roma per contenere la situazione.

La serata di mercoledì si è caratterizzata da un’atmosfera di crescente tensione, con la protesta che si è protratta fino a mezzanotte. I danni arrecati all’ottava sezione sono stati significativi e si stima che la conta dei danni, prevista per il giorno successivo, possa rivelare numeri preoccupanti.

Le conseguenze delle proteste

L’intervento della polizia penitenziaria

Il segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio, ha documentato la professionalità e la dedizione degli agenti intervenuti per ristabilire l’ordine. Grazie al loro impegno e a quello di alcune unità del gruppo operativo mobile, la situazione è stata infine controllata senza che si registrassero scontri fisici diretti. È da sottolineare, tuttavia, che un agente ha riportato un leggero malore a causa dei fumi generati dagli incendi.

Danni e criticità strutturali

I danni riportati dall’ottava sezione sono stati descritti come ingenti. De Fazio ha delineato la complessità della situazione, richiedendo urgentemente interventi governativi per affrontare il sovraffollamento e migliorare le condizioni di lavoro e di vita all’interno dell’istituto. Secondo quanto riferito, è imperativo potenziare la polizia penitenziaria e garantire un servizio adeguato di assistenza sanitaria e psichiatrica per i detenuti.

Il sovraffollamento come emergenza

La situazione a Regina Coeli

Il carcere di Regina Coeli affronta una situazione di sovraffollamento allarmante. Con circa 1.170 detenuti a fronte di soli 626 posti disponibili, la struttura ha un surplus del 184% rispetto alla sua capacità. Questo stato di cose ha portato a una gestione sempre più precaria e critica all’interno della struttura, con effetti diretti sulla qualità della vita dei detenuti e sulle condizioni di lavoro del personale.

Effetti sulle condizioni di lavoro

La Fns Cisl Lazio ha messo in evidenza la crescente preoccupazione per la situazione, segnalando come il personale attualmente operativo sia ridotto al minimo. Le continue assenze a causa di eventi critici e infortuni sul lavoro hanno creato una voragine nelle risorse umane destinate alla sicurezza. Attualmente, ci sono 350 agenti in servizio, mentre ne servirebbero almeno 709 per garantire una gestione ottimale della struttura.

L’allerta rimane alta e l’auspicio è che vengano attuate misure efficaci per arginare una situazione che rischia di deteriorarsi ulteriormente, tanto per il benessere dei detenuti quanto per la sicurezza degli operatori. La necessità di riforme nel sistema penitenziario italiano appare più urgente che mai.

Redazione

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