Tensioni crescenti nel carcere minorile di Casal del Marmo: casi di violenza e richiesta di interventi urgenti - Occhioche.it
La situazione nel carcere minorile di Casal del Marmo, già noto per recenti episodi di evasione, sta emergendo come un punto critico di tensione e violenza. A sollevare l’allerta è Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, il quale ha denunciato una serie di atti di aggressione e disordini che mettono a rischio e logorano il personale di polizia penitenziaria. La crescente insicurezza all’interno della struttura necessita di una sollecita attenzione da parte delle autorità competenti.
Uno dei recenti episodi allarmanti risale alla sera del 16 agosto, quando due detenuti in stato di agitazione hanno causato disordini all’interno dell’istituto. “Questi individui hanno percorso i corridoi indisturbati, causando ingenti danni ai beni dell’Amministrazione, tra cui tavoli, sedie e persino un tavolo da ping pong,” ha dichiarato Somma. La situazione è degenerata ulteriormente quando, non contenti delle loro azioni, i detenuti hanno iniziato a lanciare oggetti metallici verso gli agenti di polizia penitenziaria, per fortuna senza colpirli.
Somma ha sottolineato la gravità dell’accaduto, evidenziando un ulteriore atto di aggressione praticato ai danni di personale medico: “I detenuti hanno scagliato frutta contro la dottoressa e l’infermiera di turno, ostacolando in questo modo la corretta somministrazione delle terapie serali.” Questo ha costretto il personale sanitario a un supplemento di intervento, che, a causa delle circostanze, è perdurato fino alle ore 23, ben oltre l’orario previsto.
Questo episodio non rappresenta un fatto isolato, ma si colloca in un contesto di crescente insicurezza all’interno del carcere di Casal del Marmo. La denuncia di Somma evidenzia un clima di abbandono in cui gli agenti di polizia penitenziaria si sentono privi di supporto e senza adeguate misure di protezione. “Il personale è lasciato a gestire situazioni di violenza senza la dovuta guida, una condizione che non possiamo tollerare,” ha affermato.
Oltre agli atti di violenza nei confronti del personale, il carcere di Casal del Marmo è stato teatro di risse tra gruppi di detenuti. Somma ha riportato un violento scontro avvenuto tra detenuti arabi, culminato in aggressioni ai danni di agenti di polizia penitenziaria, uno dei quali ha subito ferite da taglio con una lametta. L’assenza di misure preventive e una gestione inadeguata della situazione creano un ambiente potenzialmente fatale.
Di fronte a questo scenario, Somma ha lanciato un appello diretto ai vertici regionali per la Giustizia minorile, sollecitando azioni immediate a favore del personale impiegato. Le soluzioni proposte mirano a garantire la sicurezza degli agenti e la corretta gestione del carcere. La situazione di emergenza richiede un intervento tempestivo, poiché la vita del personale e dei detenuti è visibilmente a rischio.
A sollevare ulteriori criticità è Donato Capece, segretario generale del Sappe, il quale ha espresso preoccupazione per la condotta dei detenuti. “I ragazzi non temono conseguenze per i loro atti violenti e continuano imperterriti lungo un cammino di aggressione e disordini,” ha sottolineato Capece. A suo avviso, è fondamentale adottare misure rigorose che puniscano adeguatamente comportamenti antisociali e violenti.
Capece ha evidenziato come l’attuale sistema della pena minorile necessiti di un ripensamento radicale. Secondo lui, è essenziale rivedere l’intero approccio alla detenzione, sostenendo la necessità di un sistema che confini il ruolo del carcere e migliori le condizioni in cui operano gli agenti di polizia penitenziaria.
Le richieste di Capece si rivolgono direttamente al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per l’adozione urgente di misure che possano garantire una maggiore sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie per giovani. A suo avviso, per risolvere le problematiche del carcere minorile è necessaria una nuova visione della pena che contempli anche una pianificazione più precisa dei percorsi di riabilitazione e reintegrazione sociale, in modo da prevenire episodi di violenza e assicurare un alto standard di sicurezza per tutti gli attori coinvolti.
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