Tesoro Agnelli, 13 opere d’arte rintracciate e donate ai nipoti Elkann: nuovi sviluppi nelle indagini

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Tesoro Agnelli, 13 opere d'arte rintracciate e donate ai nipoti Elkann: nuovi sviluppi nelle indagini - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 3 Giugno 2024 by Francesca Monti

Contesto: Un’inchiesta sulla misteriosa scomparsa di 13 opere d’arte appartenenti al tesoro lasciato da Gianni Agnelli, un tempo arredavano Villa Frescot e Villar Perosa a Torino e una residenza di famiglia a Roma, ha portato a nuovi sviluppi. Le opere, che includono quadri di artisti del calibro di Monet, Picasso, Balla e De Chirico, sarebbero state donate dalla nonna ai nipoti Elkann e ora sarebbero custodite al Lingotto.

Le opere d’arte donate ai nipoti Elkann: le testimonianze delle governanti

Secondo una relazione depositata alla Procura di Milano dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, i quadri sarebbero stati alla pareti del palazzo romano, poi donati a John, Lapo e Ginevra Elkann dalla nonna quando era ancora in vita. Questa rivelazione è emersa dalle testimonianze di due governanti e di una terza persona che sono stati al servizio di Marella Caracciolo, la quale ne aveva l’usufrutto dei beni immobili dopo la morte della madre e moglie dell’Avvocato.

Le verifiche della Guardia di Finanza: nessuna movimentazione illecita

Le indagini hanno portato il gip ad archiviare la posizione di un gallerista svizzero e di un suo collaboratore accusati di ricettazione e a disporre ulteriori accertamenti. Dall’esito delle consultazioni di una serie di banche dati “competenti”, in particolare, quelle del ministero della Cultura e la piattaforma S.u.e. , non sono emerse movimentazioni illecite né vincoli attorno alle tele di valore inestimabile.

Le deposizioni delle persone di fiducia di Marella Caracciolo e le ispezioni al Lingotto

Il gip milanese Lidia Castellucci, lo scorso gennaio, accogliendo in parte i suggerimenti messi nero su bianco da Margherita nell’opposizione alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta sul mistero dei quadri, aveva indicato ai pm Cristian Barilli e al procuratore aggiunto Eugenio Fusco di raccogliere le testimonianze di Paola Montalto e Tiziana Russi, persone di fiducia di Marella Caracciolo, le quali si sono occupate degli inventari dei beni ereditati. Le due donne, sentite dalla Gdf assieme a una terza persona, hanno ricostruito che quelle tele erano nell’appartamento a Palazzo Albertini-Carandini, di cui Margherita ha la nuda proprietà, e che furono donate ai tre nipoti dalla nonna.

Le ispezioni al Lingotto: quasi tutte le opere d’arte sono state trovate

Dichiarazioni queste a cui è stato trovato riscontro: come è emerso successivamente alle tre deposizioni quasi tutte le opere d’arte sono state trovate al Lingotto durante una ispezione delle Fiamme Gialle, delegate dalla magistratura torinese nell’indagine principale sull’eredità Agnelli. Una invece sarebbe in una casa a St. Moritz e una sua copia nella pinacoteca di Via Nizza. Inoltre, dalle banche dati è stato accertato che non esistono particolari vincoli sui quadri e che il Monet, che si sospettava fosse falso, è stato sottoposto a una perizia che ne ha acclarato l’autenticità.

Infine, visti gli esiti delle verifiche della Guardia di Finanza, i pm milanesi coordineranno con i loro colleghi di Torino ai quali, eventualmente, invieranno gli atti per competenza.

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