Ultimo aggiornamento il 14 Febbraio 2024 by Redazione
Nuovi modelli per predire malattie e rischi imminenti
Predire la demenza 10 anni prima oppure scoprire chi nel giro di 6 mesi potrebbe avere un infarto. Questa è la sfida che diversi team di scienziati stanno affrontando, utilizzando il sangue come strumento di analisi. Due studi pubblicati su riviste del gruppo Nature offrono interessanti prospettive per la predizione di malattie e rischi futuri.
Predire la demenza attraverso l’analisi delle proteine nel sangue
Uno studio condotto dall’Università Fudan di Shanghai in Cina ha esaminato i dati di 52.645 adulti sani, provenienti dalla Uk Biobank, per identificare possibili biomarcatori associati allo sviluppo della demenza. I ricercatori hanno analizzato 1.463 proteine plasmatiche e hanno scoperto che alcune di esse erano costantemente associate all’insorgere della demenza. In particolare, le proteine Gfap, Nefl, Gdf15 e Ltbp2 si sono rivelate particolarmente importanti. Le persone con livelli più elevati di Gfap avevano una probabilità 2,32 volte maggiore di sviluppare demenza. Gfap e Ltbp2 si sono dimostrate biomarcatori ottimali per la previsione della demenza, con cambiamenti che si manifestavano anche 10 anni prima della diagnosi. Questi risultati potrebbero avere implicazioni significative per lo screening delle persone a rischio e per l’intervento precoce.
Identificare i biomarcatori per prevedere un infarto imminente
Un altro studio, condotto da un team internazionale di scienziati, si è concentrato sulla predizione di un primo infarto miocardico. I ricercatori hanno analizzato il sangue di 2.018 persone senza precedenti malattie cardiovascolari, di cui 420 hanno sviluppato un infarto entro 6 mesi. Attraverso l’analisi di 817 proteine, 1.025 metaboliti e variabili cliniche come età, sesso e pressione arteriosa, sono stati identificati biomarcatori associati al rischio di un imminente infarto miocardico. In particolare, il peptide natriuretico cerebrale è risultato essere il biomarcatore più consistente. Utilizzando queste informazioni, i ricercatori hanno sviluppato un modello di previsione per l’infarto miocardico imminente, che potrebbe essere utilizzato nella pratica clinica per la prevenzione primaria.
Questi studi rappresentano importanti progressi nella ricerca sulla predizione di malattie e rischi imminenti. L’analisi delle proteine e dei metaboliti nel sangue potrebbe fornire informazioni preziose per identificare persone a rischio e intervenire in modo tempestivo. Tuttavia, è necessario condurre ulteriori ricerche per confermare e validare questi modelli di previsione. In ogni caso, questi risultati aprono nuove prospettive per lo sviluppo di test diagnostici e interventi preventivi personalizzati.