La Corte di Cassazione ha confermato la validità del Daspo (Divieto di Accesso alle Manifestazioni Sportive) spiccato dalla questura di Torino per i cori razzisti contro Lukaku durante una partita fra Juventus e Inter. Il provvedimento riguarda un tifoso bianconero residente a Vibo Valentia, che è anche titolare di un esercizio commerciale.
Il Daspo impone al tifoso l’obbligo di presentarsi alla questura locale al termine del primo tempo di ogni partita della Juventus nei prossimi cinque anni. Questa decisione della Corte di Cassazione conferma la gravità degli episodi di discriminazione nel calcio e l’impegno delle autorità nel contrastarli.
Il Daspo è uno strumento che viene utilizzato per contrastare i comportamenti violenti e discriminatori negli stadi di calcio. Esso prevede il divieto di accesso alle manifestazioni sportive per un determinato periodo di tempo. Nel caso specifico, il Daspo è stato emesso a seguito dei cori razzisti rivolti a Lukaku, attaccante dell’Inter, durante la partita contro la Juventus.
I cori razzisti nel calcio sono un problema diffuso e grave, che danneggia non solo l’immagine dello sport, ma anche la società nel suo complesso. Le istituzioni e le forze dell’ordine sono impegnate nel contrastare questi comportamenti, e il Daspo è uno strumento importante per punire i responsabili e prevenire episodi futuri.
La decisione della Corte di Cassazione di confermare la validità del Daspo per i cori razzisti contro Lukaku invia un messaggio chiaro: la discriminazione non sarà tollerata nel calcio e nella società. Questo provvedimento rappresenta un passo avanti nella lotta contro il razzismo e la xenofobia negli stadi.
Come ha dichiarato il procuratore generale della Cassazione, “il Daspo è uno strumento efficace per contrastare i comportamenti discriminatori nel calcio. La sua applicazione dimostra che le autorità sono determinate a combattere il razzismo e a garantire un ambiente sicuro e inclusivo negli stadi”.
È importante che tutti i soggetti coinvolti nel mondo del calcio, dai tifosi alle società, si impegnino attivamente per promuovere il rispetto e l’inclusione. Solo attraverso un lavoro congiunto sarà possibile sradicare definitivamente il razzismo dagli stadi e dalla società nel suo complesso.
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