Tragedia a Taibon Agordino: recuperato il corpo di un base jumper inglese di 33 anni

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Tragedia a Taibon Agordino: recuperato il corpo di un base jumper inglese di 33 anni - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 4 Settembre 2024 by Luisa Pizzardi

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Un incidente mortale ha scosso la comunità di Taibon Agordino, dove il corpo senza vita di un base jumper di origine inglese, 33 anni, è stato recuperato dal Soccorso Alpino. La chiamata di emergenza è stata lanciata dai suoi tre compagni di avventura, preoccupati dopo non averlo visto atterrare dopo il salto dalla Quarta Pala di San Lucano. Questo drammatico evento sottolinea i rischi legati a sport estremi come il BASE jumping, che continuano a suscitare sia passione che preoccupazione tra chi ama l’escursionismo e le attività in quota.

L’intervento del soccorso alpino

Segnalazione dell’incidente e primi tentativi di recupero

Il Soccorso Alpino ha attivato le proprie squadre dopo la segnalazione di tre amici, i quali non avevano più avuto notizie del loro compagno. L’operazione di recupero è stata avviata tempestivamente, con il coinvolgimento dell’elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Gli operatori del soccorso hanno effettuato una perlustrazione dell’area, ma sfortunatamente non hanno subito trovato il base jumper. Le condizioni di visibilità e il terreno accidentato hanno complicato le ricerche iniziali, portando a un’attesa snervante per gli amici e per il personale di soccorso.

Utilizzo della tecnologia per localizzare il punto d’impatto

Per facilitare le operazioni di ricerca, i soccorritori hanno esaminato i filmati girati con una Gopro dai compagni del base jumper. Attraverso queste immagini, sono stati in grado di individuare il punto di impatto dell’uomo, stimato a circa 200 metri più in basso rispetto al punto di lancio. Questa scoperta ha permesso un intervento più mirato e una maggiore efficienza da parte dei tecnici del Soccorso Alpino, che sono stati successivamente imbarcati dall’elicottero per essere portati vicino alla zona in cui l’inglese è stato visto l’ultima volta.

Il recupero del corpo

Le operazioni di recupero in un terreno difficile

Dopo aver identificato la zona, il veicolo aereo ha sbarcato quattro tecnici del Soccorso Alpino nelle vicinanze del punto d’impatto, situato sopra una grande balza alberata. I soccorritori, operando con la massima attenzione, hanno iniziato a calarsi in più punti per esplorare l’area. Durante la perlustrazione, hanno rinvenuto oggetti personali appartenenti al base jumper, un’indicazione fondamentale per la successiva fase di recupero.

Trovarlo tra le piante e le rocce

L’elicottero ha effettuato un’ulteriore ricognizione, riuscendo a localizzare il corpo senza vita del base jumper, situato tra le piante, circa 80 metri sotto il punto d’impatto e circondato da salti di roccia. L’operazione di recupero si è quindi intensificata, con un tecnico di elisoccorso che, utilizzando un verricello, è sceso per innescare le manovre di recupero della salma. Due ulteriori soccorritori di Agordo sono stati elitrasportati per assistere nelle operazioni, mirate a garantire che tutto venisse gestito con la massima dignità e rispetto.

La gestione del corpo e l’assistenza alle persone coinvolte

Una volta recuperato, il corpo del base jumper è stato adagiato su una barella, che è stata poi trasportata in Valle di San Lucano. Questa operazione ha richiesto un attento coordinamento tra le squadre di soccorso, nonché un richiamo delle risorse disponibili nella zona, sottolineando la professionalità del Soccorso Alpino in situazioni di emergenza. La gestione del decesso, in particolare in contesti così drammatici, è una fase fondamentale e complessa, evidenziando il profondo rispetto per il paziente e la sua famiglia.

L’attività del soccorso alpino

L’impatto dell’elisoccorso nella regione

Il Soccorso Alpino, in particolare il servizio di emergenza aerea dell’Ulss Dolomiti, ha dimostrato un’attività incessante. Dall’inizio dell’anno, sono state effettuate oltre 800 missioni, con agosto che ha segnato un picco di interventi, dando segno della crescente domanda di supporto e recupero in montagna. In particolare, agosto ha registrato 211 interventi, con giorni nei quali sono stati effettuati più di dieci soccorsi in un solo giorno.

Le statistiche sugli interventi e l’evoluzione del servizio

Assieme al primo elicottero, Falco 2, presente nella regione durante il periodo estivo, ha già completato 152 interventi da giugno. Rispetto allo scorso anno, dove erano stati compiuti 130 interventi in un arco di tempo simile, i numeri attuali mostrano un significativo aumento dell’attività. A riprova di questa tendenza, i decessi in quota hanno visto il coinvolgimento dell’elisoccorso per ben 20 casi da giugno ad oggi, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle pratiche di sport estremi e sulla necessità di una maggiore consapevolezza sui rischi insiti nelle attività all’aperto.

La gestione degli incidenti in montagna resta sempre una priorità per le autorità locali, e l’attenzione alla sicurezza continua a essere un tema di discussione importante per chi frequenta le vette delle Dolomiti.

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